Tra Torino e Milano viaggia con cartelle piene di numeri, calendari, testi visualizzati in quello strano formato che sono gli screenplay e quei divertenti schizzi che sono gli storyboard e tanti numeri di telefono.
La sua attività è il produttore di cinema di animazione, una storia che parte dalla lanterna magica ed arriva agli occhialini buffi del 3D.
Ciao Elena,come sempre sei indaffarata tra Torino e Milano, le tue due principali attività.
Possiamo dire che sei tutta casa, scuola e cinema?
No, direi piuttosto che faccio un lavoro molto dinamico che mi piace.
A Chieri, sulla spendida collina torinese, collabori con il Centro Sperimentale di Cinematografia, una struttura didattica importante per il cinema di animazione nazionale…
Alla scuola di Chieri ti ha portato la tua lunga esperienza nella produzione cinematrografica, che però è iniziata in modo strano, addirittura dalle 5 lingue che parli…
La mia formazione è umanistica, ma sono entrata a lavorare per Lanterna Magica soprattutto perchè parlo anche tedesco e allora era in corso una coproduzione con la Germania per il film Momo.
Era l’opportunità che cercavo. Mi incuriosiva vedere come si facesse un cartone animato perchè mi sembra va che fosse un settore in cui arte, tecnologia e organizzazione dovessero trovare il giusto equilibrio. Non sono per nulla creativa, ma ancora adesso mi piace poter organizzare la creatività altrui.
La tua esperienza alla Lanterna Magica e negli anni d’oro del cinema di animazione torinese, che cosa ti piace ricordare di più?
Quando sono arrivata in Lanterna Magica erano in sviluppo/produzione almeno 4 progetti di lungometraggi e una serie televisiva con tre registi di nazionalità diverse.
C’era un fermento creativo molto coinvolgente, un ambiente giovane.
Ora l’animazione italiana è meno animata, secondo te quali sono i suoi problemi, e cosa di dovrebbe fare per recuperare posizioni internazionali che ci dovrebbero competere?Purtroppo ci sono meno soldi a disposizione del cinema d’animazione italiano, bisognerebbe capire perchè.
Dopo il successo de La Gabbianella e il Gatto è nato in Italia un nuovo interesse per il cinema d’animazione e ci sono stati anche forti investimenti economici. Forse c’è stata però poca attenzione da parte dei produttori alla storia, al racconto. Al di là delle scelte tecnico/artistiche di realizzazione di un progetto in animazione, quello che secondo me fa la differenza per un buon prodotto è la storia, l’idea forte.
Molti giovani talenti vengono formati a Torino ma poi devono cercare opportunità in Francia e negli USA, vero?
Al momento sì, in Italia si produce meno che in Francia o in Inghilterra. Gli studi non riescono a dare continuità lavorativa, quindi chi può farlo cerca opportunità altrove. Dal mio punto di vista il confronto con realtà produttive diverse da quelle italiane è comunque positivo, certo non dovrebbe essere una scelta obbligata.
Secondo te il mercato di questo segmento di comunicazione ha un futuro radioso? Penso non soltanto al cinema, ma anche il mercato dei giochi, della formazione professionale, dell’infotainment…
3D, interazione, lavoro collaborativo inteso come crowdsourcing, l’attenzione delle aziende private, sono alcuni dei temi di sviluppo del cinema di animazione futuro?
Il nostro è un settore sempre molto sensibile allo sviluppo delle tecnologie e da parte dei produttori c’è spesso il desiderio di dimostrare di essere a passo con i tempi. La comunicazione è un supporto indispensabile per il progetto, per far conoscere a tutti quello che si fa, per coinvolgere i singoli anche sul finanziamento con il crowdfunding. Ma anche nel caso nei video giochi, bisogna proporre prodotti intelligenti e curiosi, non pensare di abbindolare il pubblico con effetti speciali non supportati da soggetti validi.
Oggi dove sei a Torino o a Milano o in qualche remota località dell’India?
Elena Toselli, italo-francese, si laurea a Torino in Lettere Moderne con indirizzo storico, ma compie una parte degli studi in Germania.Oggi sono a Torino sotto la neve, ma in effetti in nuovo progetto su cui sto lavorando potrebbe portarmi verso Il Medio-Oriente…
Durante gli anni universitari lavora presso una casa di produzione torinese in qualità di giornalista e presso un agenzia di comunicazione per la quale si occupa dell’ufficio stampa e dell’organizzazione di eventi in ambito culturale ed editoriale.
Dal 1999 lavora nel campo della produzione di cartoni animati, presso Cartoonia in qualità di direttore di studio e presso Lanterna Magica in qualità di direttore di produzione. Ha portato a termine numerose produzioni tra cui 3 lungometraggi: “Aida degli Alberi”, “Totò Sapore”, “Nat e il segreto di Eleonora” che ha ricevuto la menzione d’onore della giuria all’edizione 2010 del Festival Internazionale del Cinema d’Animazione di Annecy.
Nel 2010 per Neo Network (gruppo Magnolia-Zodiak) ha seguito tutta la pre-produzione della serie televisiva dal titolo “Qpiz”.
Dal 2009 collabora con il Dipartimento di Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia in qualità di supervisore alla produzione dei film di diploma