Io, per T-Mag
Può suonare talvolta strano, ma non è peccato giungere immediatamente alle conclusioni: a quasi un anno dal suo lancio, il Post va alla grande. Parola di direttore.“La nostra principale ambizione – rivela Luca Sofri a T-mag – era proporre contenuti di indubbia qualità e direi che i risultati sono molto soddisfacenti. Siamo contenti di ciò che facciamo e soprattutto del riscontro positivo che constatiamo di giorno in giorno attraverso il giudizio dei lettori”. I termini lusinghieri si ripercuotono inoltre sulla sostenibilità economica: “Per quanto riguarda il primo anno, il nostro business plan è ampiamente rispettato”, afferma il direttore del Post senza troppi fronzoli. Ma sono i contenuti a fare la differenza, Sofri tiene a chiarirlo più volte. Seguire determinati criteri di notiziabilità, infatti, è prerogativa essenziale al fine di realizzare un buon prodotto soprattutto per via di una consolidata ipertrofia nel campo della comunicazione che spesso provoca errori grossolani o riferimenti poco raccomandabili. Basti pensare alle cronache delle proteste libiche, ai raid aerei confermati e poi smentiti a seconda delle fonti oppure alle presunte fosse comuni di Tripoli. “Il nostro punto di forza – spiega Sofri – sta nell'affidabilità delle cose che raccontiamo. Ci occupiamo di storie fondate, di notizie verificate. Tanto per capirci, non avremmo mai scritto delle fosse comuni in Libia trattandosi in verità di tutt'altra situazione. Sia chiaro, però: non c'è nulla di innovativo nel nostro lavoro. Semplicemente ci limitiamo a proporre una gerarchia di notizie che riteniamo interessanti e affidabili, chi legge il Post sa che non troverà contenuti che non rispondano a dei precisi canoni”.
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