Grappa...un bicchierino basta e avanza

Da Silviamaestrelli

"Avessi mille figli, il primo principio umano che insegnerei loro sarebbe quello di rinnegare i liquori leggeri".
Falstaff in "Enrico IV" (Atto II) di William Shakespeare

Kingsley Amis, autore inglese di opere ritenute ormai classici contemporanei e vincitore del Booker Prize nel 1986, apparenta la grappa italiana al marc francese.

In "Taccuino di un vecchio bevitore" - assolutamente da leggere! - racconta: "I proprietari di vigne sono stati molto contenti quando si è scoperto che è possibile ottenere un alcolico dai residui di bucce d'uva e grappoli che rimangono nella pressa dopo che il succo è stato estratto dagli acini per la fermentazione. In Francia questi rimasugli sono chiamati marc e lo stesso nome viene familiarmente attribuito all' alcolico che ne risulta. (...) secondo me è ottimo dopo un buon pasto a mo' di sfida, di scossa, di cambiamento. Un bicchierinio basta e avanza. La grappa è la versione italiana del marc (...). Ritengo che non bere un bicchierino di grappa dopo una cena italiana costituisca una colossale stupidaggine".

La grappa toscana "di fattoria" di Villa Petriolo, ottenuta dalle nostre vinacce fresche di Sangiovese distillate immediatamente dalla ditta Nannoni di Grosseto, è datata vendemmia 1990. La nostra grappa invecchiata, la cui etichetta è deliziosamente naïf, chiude in bellezza tutte le nostre mense!

Come per tutte le bevande dalla forte personalità, non tutto si addice ad accompagnare la grappa, il distillato italiano per antonomasia.
Tutte le qualità necessarie ad un cibo per abbinarsi ai distillati si concentrano in aromi intensi, sapore forte e penetrante, grassezza, lunga persistenza gusto-olfattiva: ideale il cioccolato fondente.

La degustazione: si porta la grappa a temperatura ambiente di 16 - 18°C e si assaggia in un bicchierino a forma di tulipano, dopo averlo "umanizzato" - come direbbero i francesi -, ossia dopo aver riscaldato il calice di grappa con le mani.

"Per una corretta degustazione, si introducono in bocca, lentamente, pochi millilitri (4-5 ml. pari ad un cucchiaino di caffè) di grappa, la si espande su tutta la cavità orale con il risultato immediato di attivare le ghiandole salivari (qualche degustatore potrà avvertire una passeggera sensazone di bruciature sotto la ligua e nel palato); la si trattiene in bocca per una decina di secondi (con il doppio risultato di ottenere una moderata diluizione della grappa con la saliva, sostanzialmente neutra) e quindi si deglutisce. Dopo qualche istante aspirate, con la bocca, una boccata d'aria e dopo pochi secondi espirarla, con il naso, ottenendo così un coinvolgimento delle papille olfattive ubicate nella "soffitta" del naso. Si avrà quindi una risultante di sensazioni gusto-olfattive veramente piacevole, persistente ed armoniosa".


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