Gravità (V parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
CJ sospirò decisamente più rilassato, consapevole che quel test fosse andato a buon fine, anche se la Miracle aveva avuto da ridire, le proteste della donna non potevano in alcun modo essere imputabili al cattivo funzionamento della soluzione proposta dalla Atlantis. Purtroppo per CJ i ritardi erano evidenti e impossibili da risolvere, ciò significava rimanere su Olympus un’altra settimana, con i conseguenti problemi che avrebbe comportato, sia per le sue altre commesse, sia per la relazione con Ariane che sembrava annegare in mezzo alle problematiche della stazione spaziale.
D’altro canto, il lavoro di sviluppo era terminato e chiunque con un minimo di esperienza avrebbe potuto portare a termine il montaggio dei GGA senza troppi problemi. Alla Atlantis purtroppo si erano detti d’accordo con una proroga per tutta la squadra, fatta eccezione per Ariane. Dannazione abbiamo cercato di ignorarci per due settimane intere e ora lei andrà via, mentre tu resterai qui! Quando tornerai lei potrebbe essere dall’altra parte del globo a stipulare chissà quali contratti, mentre tu hai una commessa con la LoneStar che ti aspetta, già firmata da Sagar in persona. Si disse CJ con una smorfia, consapevole di essere stato la prima causa del loro allontanamento reciproco.
– Sam credi di farcela da solo? – domandò proprio Ariane.
Il fisico si voltò appena a quella che considerava una possibile compagna di letto – Cosa vuoi dire? Stiamo facendo dei test, non c’è bisogno che tu stia qui, se non vuoi. –
– Devo prepararmi per il viaggio, ma prima vorrei scrivere una relazione in merito a tutto questo, con l’aiuto di CJ se fosse possibile. Io ne capisco poco delle vostre teorie. –
Parker la fissò per un istante e con un sorriso divertito annuì – Certo che riesco, ma voglio visionarla prima che tu parta: sai c’è tutto il lavoro della divisione ricerca che va revisionato, CJ non conosce le nostre procedure. –
– Se vuoi posso rimanere io qui. – propose CJ, evitando lo sguardo di Ariane: sapeva cosa aveva intenzione di fare la donna, ma proprio perché ne era a conoscenza, non poteva permettersi di abbassare la guardia e far pensar male di se – Sono solamente dei test dopotutto. –
Dopo quelle parole Parker ammise – Bah preferisco fare i miei test piuttosto che stare ore a compilare una relazione, buona fortuna Jennings, ti farò sapere dei test questa sera a cena! – quelle parole tradivano una certa derisione, segno che l’idea che il fisico aveva di CJ non fosse cambiata.
Uscendo dalla sala di controllo CJ rimase in silenzio, evitando lo sguardo della sua donna, consapevole che Ariane non avesse gradito affatto il suo tentativo di deviare l’attenzione di Parker da entrambi, ma quando furono nel settore alloggi della nave cantiere, CJ fu costretto a fissarla negli occhi per comprendere le reali intenzioni della sua donna – Perché dovresti scrivere una relazione? –
– Cameron i… –
Le labbra di CJ la fermarono, mentre le sue mani afferravano il corpo dell’altra con vigore. Distrattamente si disse che l’irrazionalità di quel gesto doveva essergli stata inculcata da quei sogni sulla donna pirata, ma entrando nella cabina di Ariane anche quelle idee sparirono, lasciando spazio solo per la voglia di possederla e di sentire il suo odore su di se, di farla sua anche se ciò voleva dire mettere a rischio la carriera di entrambi nella Atlantis.
Annaspando in cerca d’aria, si ritrovarono entrambi nudi e appagati. Fluttuavano felici in assenza di gravità, in mezzo ai vestiti di entrambi – Mi hai sorpreso prima. – ammise Ariane aggrappandosi a CJ.
Con suo stupore CJ si era reso conto che fare l’amore in assenza di gravità era decisamente stimolante e naturale, come se l’esperienza della donna che viveva nei suoi sogni avesse contribuito in quell’episodio, in cui la ragione aveva lasciato spazio al solo istinto – Erano due settimane che volevo stare con te. –
Fluttuare nella stanza era infinitamente meglio che starsene sdraiati sul letto, CJ si rese conto che potevano starsene in quella posizione senza sentirsi scomodi o costretti a cambiare posizione: era tutto splendido, tanto da fargli dimenticare dove fossero – Ariane vuoi ancora stare insieme a me? –
– Perché dovrei cambiare idea? –
CJ tentò di nascondere la propria smorfia con un sorriso maldestro – Domani tu sarai di nuovo a caccia di una commessa per l’azienda, in viaggio per chissà dove, mentre io dovrò rimanere chiuso in laboratorio per mesi, dietro ai progetti che abbiamo proposto alla gente di LoneStar. Probabilmente lavorerò di nuovo nello spazio, prima che questa stazione diventi operativa e tu non hai ragione di aspettarmi. –
Ariane tentò di pettinarsi la chioma bruna, incurante che l’assenza di gravità avrebbe reso inutili i suoi sforzi e tentando di trovare una posizione per fissare CJ negli occhi fece notare – Sono innamorata di te Cameron, credi che baratterei quello che provo per te con qualcosa di più semplice? –
– Parker vorrebbe dimostrarti quanto è facile. –
– Samuel Parker è un idiota, ha cercato di convincermi a fare una sveltina dentro il bagno del centro di controllo l’altro ieri! – confessò la donna ridacchiando – Se non ha ancora capito che non mi interessa, farà bene a farsene una ragione: non voglio dovergli spiegare i protocolli aziendali. –
– Sembra che tu non li abbia spiegati neanche a me. –
– Cosa vorresti insinuare? – ridacchiò la donna incrociando le braccia intorno al collo di CJ per poterglisi avvicinare – Che non sono stata chiara con te su quello che voglio? –
CJ la baciò con vigore, afferrandola per i glutei e lasciandosi di nuovo andare chiuse gli occhi. Sapere che quella donna bellissima era sua lo rendeva felice, paradossalmente la loro rispettiva natura avrebbe dovuto allontanarli, eppure erano entrambi insieme e specie in quei momenti d’intimità sembrava che non avessero bisogno di altro. Per quanto i sogni di CJ parlavano di tradimenti e continua instabilità, era chiaro che non erano quelli i suoi bisogni e persino l’idea di vivere nello spazio aveva perso importanza, come se Ariane dominasse ogni altro desiderio.
– Si vede che erano due settimane che mi desideravi. – ansimò Ariane, restando appoggiata contro il corpo di CJ – Non oso immaginare se avessi passato un’altra settimana senza di me! – lo derise poi baciandogli il petto con calcolata lentezza.
– Vuoi davvero scrivere una relazione su quello che abbiamo fatto qui? –
– Potrei omettere questa parte, se non vuoi che Pale sappia di noi! –
– Intendo la relazione che Parker vorrà vedere. – specificò CJ, per nulla sicuro che Parker avesse gettato la spugna riguardo l’idea di sedurre Ariane – Non credo che ci passerà sopra, specie perché hai chiesto espressamente di me. –
La donna annuì – Lo farà. Per quanto sia un genio, rimane un topo da laboratorio e non mi piace come ti tratta quando lavorate insieme: crede di essere migliore di te. –
CJ sorrise, consapevole che l’agente commerciale che era in Ariane conoscesse più di qualche trucco per far cedere uno come Parker – Ti amo Ariane. – mormorò accoccolandosi contro il corpo della sua donna.