GRAVITY – Ma dove si sogna? – Recensione del film

Creato il 12 ottobre 2013 da Wsf

 Questa è la storia di un abbaglio. Si sa, nello spazio può capitare, tra un’aurora boreale e uno sciame di meteore, per chi ama le profondità dell’Universo è facile accecarsi. Come è successo a me quando ho visto il trailer di Gravity. Tra l’altro un bellissimo trailer, veloce e completamente aperto. Devo ridirlo, trailer bellissimo, tanto che sono corso a vederlo non appena uscito. In giro ho letto “come 2001 Odissea nello spazio” e altre minchiate simili, ma in realtà io avevo un altro pensiero fisso. Prima di vederlo. Pensavo a Major Tom di David Bowie, alla deriva nello spazio quando dice, perdendo per sempre il segnale radio con la torre di controllo:

 
 
Malgrado sia lontano più di centomila miglia,
mi sento molto tranquillo,
e penso che la mia astronave conosca quale strada prendere
dite a mia moglie che la amo moltissimo
lei lo sa
Torre di Controllo a Maggiore Tom
Il tuo circuito si è spento,
c’è qualcosa che non va
Puoi sentirmi, Maggiore Tom?
Puoi sentirmi, Maggiore Tom?
Puoi sentirmi, Maggiore Tom?
Puoi……
Sono qui che galleggio
attorno al mio barattolo di latta,
lontano sopra la Luna,
il pianeta Terra è blu
e non c’è niente che io possa fare
(ascolta Space Oddity di David Bowie qui)

Cosa passerà mai per la testa di Major Tom? Guardando il trailer di Gravity, quell’astronauta che viene scaraventato alla deriva da uno sciame di detriti, ho pensato che quel film avrebbe potuto mettermi in quella tuta, come un uomo qualunque che oltrepassa i propri limiti e scopre la sua interiorità. Una specie di Sisifo, un po’ meno astuto, che sfida se stesso e i suoi preziosissimi lontani ricordi. Mi sono illuso di poter vedere dove era andato a finire Major Tom.

Invece il trailer è tutto quello che succede nel film: durante una passeggiata spaziale in orbita intorno alla Terra, gli astronauti vengono colpiti da uno sciame di detriti, che provocano la distruzione dell’astronave e la deriva dei due sopravvissuti. Il film prosegue coi soli tentativi rocamboleschi dei due astronauti che cercano di salvarsi facendo su e giù tra le altre stazioni orbitanti e i detriti che arrivano piano piano come coriandoli e li colpiscono ogni 40 minuti. Scena degna di nota: Sandra Bullock che usa la spinta dell’estintore per muoversi nello spazio e raggiungere una fantomatica stazione cinese anch’essa prossima al collasso… Del 3d, a parte una lacrima furtiva che  usciva dallo schermo in una danza da lago dei cigni dei noantri, non mi sono accorto più di tanto,  perché la pellicola era davvero piatta… pare che Gravity (con sopra pure George e Sandra) galleggerebbe anche quaggiù a Terra, senza peso.

Una curiosità sull’alta tensione di cui si parla tanto: per tutto il film la faccia di George Clooney è sempre serena, stampata e distesa, come se stesse passeggiando col cane su Sunset Boulveard dopo aver bevuto un frappuccino. – Certo – direte voi – è un cane che tira parecchio il guinzaglio. Guardate.

Avvertenze: se vi piace sentirvi nello spazio, su youtube si trovano video anche più spettacolari, o seguendo su twitter @astro_luca (Luca Parmitano, l’Astronauta Italiano a bordo della Stazione orbitante Iss) si traggono più emozioni, soprattutto umane e in diretta con i suoi continui tweet di foto mozzafiato, di quanto siamo piccoli in un brodo infinito e meraviglioso. E sono gratis. Per i meno tecnologici un telescopio può essere più utile.

Insomma finisci il film ed è come quando vedi un superattico di 8mq compresa cucina e bagno, senza letto, ma con una finestra che guarda su un bel parco. Per carità, panoramico, ma dove si sogna?

Costo onesto del biglietto per vedere questo film sarebbe stato: 1 euro, solo perché il trailer e la locandina meritano.

«Houston, ho un brutto presentimento» (Il mantra di George Clooney nel film)

Che la Fantascienza è roba un po’ più seria…


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