Grazie!!

Creato il 08 agosto 2012 da Tazzina @tazzinadi

Siccome è il mio compleanno, volevo dirvi grazie!! Volevo ringraziare chi almeno una volta è passato da qui e ha letto le mie parole. Per me siete importanti e vi voglio bene.
:)
Raccontino di compleanno.
Siamo nel deserto. Nel mezzo del niente di niente. La vegetazione è in silenzio. Muta. Anzi sceglie di guardare storto. Giallo, di quel giallo-non-sole. Giallo buio. Le colline intorno sono anche gialle in quel modo, il cielo di cenere. E tutte queste cose gialle grattano il cuore, generando sussulti, come musica senza note, come speranze di suoni ma senza melodie. 
In cerchio, nell'unico chioschetto del deserto, otto persone, ciascuna su una sedia bianca di plastica che quasi si scioglie, non è Le mille e una notte, parlano di gravi questioni: c'è un uomo molto arrabbiato. Un altro è triste.
Le donne guardano storto i mariti, come piccole madrinatura ma ostili. Qualcuna mesta, qualcuna bruciata viva dalla violenza negli occhi. I maschi gorgogliano come il fondo di un pozzo. Parlano di altri, di nemici. C'è chi ha un figlio e ora non più. C'è chi gli hanno distrutto un negozio e qualcuno gli ha fatto un torto. Uno pare che sia molto arrabbiato con questo, con quell'altro, con questi amici del figlio. Nulla è chiaro. Un cane nero, con gli occhi disperati, corre qua e là in cerca di cibo. Le donne si coalizzano contro l'uomo che urla alla moglie.
Le voci si sovrastano. La rabbia scatena il dialetto. Non si capisce più niente. Ordinano una coca cola. 
L'uomo con la t-shirt bianca vuole afferrare un bicchiere. Tirarlo contro la moglie. E basta. Dice un altro. Una donna chiama il cagnolino per accarezzarlo. Dice ridendo di volerlo coccolare ma il cane scappa abbaiando. 
Di colpo si alza un vento forte. Rovescia le bibite per terra. 
In un angolo di terra piena di luce abbagliante e ghiaia, a un metro di distanza, ci sono dei ragazzini. Il più grande avrà tredici anni. Saranno in cinque. Si tirano sassi in testa. Qualcuno sanguina. Ma a guardare bene uno, né piccolo né grande, fa una cosa diversa, indisturbato. Finisce di mangiare una pesca. Si tiene in bocca il nocciolo. Scava una buca con le mani, ci sputa il nocciolo dentro. Mentre scoppia la guerra tra i grandi, e quella tra i piccoli, lui si alza, strisciando i piedi nelle infradito, prende una mezza naturale al bar, paga con un euro che tiene nel costume. 
Poi richiude la buca con il terriccio, usando le mani scure e i piedi ora nudi. Ci versa sopra l'acqua. E alla fine si mette a fissare inerme, rosicchiandosi le unghie, quel piccolo lavoro che ha compiuto per ingannare il tempo, nel mezzo del niente del niente del deserto, delle urla, della guerra, dei sassi che gli volano accanto alle orecchie.