Al “thank you and goodbye” dell’ultimo numero del «News of the World» di Murdoch, travolto dallo scandalo delle intercettazioni, ne segue ora uno meno celebre ma non per questo, a mio avviso, meno significativo.
Il «Seattle Post Globe», giornale solo digitale nato dalle ceneri, dalla chiusura, della versione cartacea del «Seattle Post Intelligencer» cessa le pubblicazioni.
Ne dà annuncio Sally Deneen, co-fondatore del quotidiano online, che, dopo aver riassunto il lavoro svolto in questi due anni, in una riga ne riassume le ragioni:
Donations have fallen off. Ads have generated no meaningful revenue — ever.
Se non è opportuno gioire di aver azzeccato la previsione, è certamente consigliato comprenderne l’insegnamento.
Il futuro dei giornali si fonda sulla convergenza, sulla complementarietà e sulla capacità di dare senso e ruolo a ciascuna versione; la carta rinforza l’online e viceversa, non c’è contrapposizione bensì integrazione.