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"grazie no", lontano dai falsi miti...leggendo giorgio bocca

Creato il 02 marzo 2012 da Alessandro @AleTrasforini

Arrivati al 2012, guardando al mondo, la cosa migliore che chiunque può dire è "qualcosa non va": dall'economia all'ambiente, dalla società all'informazione, dalla sicurezza alla mobilità...Qualcosa può essere migliorato? Viene spesso detto, scritto o fatto riferimento alle grandi occasioni che le nuove generazioni hanno davanti: nulla di meglio della possibilità di riscrivere un mondo nuovo, ponendo le basi per una società più equa e sostenibile.  Se le occasioni non mancano, però, quelli che sembrano mancare sono gli spazi e (soprattutto) i tempi: la (ri)costruzione va di pari passo all'incedere inarrestabile del presunto (ma non troppo, nds) punto dinon ritorno.  Fino a quando sarà possibile rallentare od invertire la marcia per procedere ad un rinnovamento socio-culturale?  Fino a quando certi "modelli" saranno considerati invalicabili, inalienabili ed inevitabili? Se è necessario ed urgente dare avvio ad un mondo nuovo, serve anche rimettere totalmente in discussione le fondamenta su cui è fondata l'intera società? Da quali basi pratiche è necessario (ri)partire per scongiurare il ripresentarsi di certi orrendi "sintomi"? C'è, in fondo a tutto al caotico magma contemporaneo, qualcosa che non è più utile accettare incondizionatamente ed eternamente?  Servono riflessioni pesanti, nelle quali far convergere le migliori intelligenze, competenze ed esperienze possibili: senza dimenticare le condizioni "al contorno" ed i "precedenti" riscontrati, urge darsi da fare.  Oggi più che mai, unendo fra loro competenze e campi (anche apparentemente) lontani anni-luce fra loro.  Non potendo più accettare passivamente (ed inconsapevolmente) certe idee, serve adoperarsi per migliorare.  Fra le tante voci possibili, giunge importante la voce del compianto giornalista Giorgio Bocca: quelle sopra esposte sono le domande fondamentali attorno a cui si articola il suo ultimo libro-raccolta "Grazie NO - 7 idee che non possiamo più accettare". Attraverso conversazioni e tematiche già approfondite nelle sue produzioni, il cronista denuncia quelli che potrebbero essere gli ostacoli da rimuovere per un domani maggiormente sostenibile ed "alla portata": 
  • la crescita folle: è possibile salvare sistema e società solamente perseguendo il mito dell'economia galoppante? Esistono visioni alternative e lungimiranti con cui governare la sostenibilità sul lungo termine?
  • la produttività, il nuovo Dio: è possibile vedere calpestate vite e diritti dei lavoratori per rendere merito e gloria all'aumento delle possibilità di successo delle curve di domanda-offerta? E' possibile governare tutto all'insegna dell'esclusivo motto "vivere per lavorare"? Esistono visioni alternative alle mode dei tempi recenti?
  • la lingua impura: restituire pregio alla lingua in un tempo come questo equivale a rimuovere significati sviliti di fronte a parole importanti quali libertàamoresostenibilità scelta. Quali argini e confini è necessario ricostruire per migliorare questo status quo?
  • il dominio della finanza: come rimediare ai danni prodotti dalla finanza senza gravare sulle spalle e sul futuro della base della piramide-società? Quali misure è possibile mettere in atto per circoscrivere e limitare i (potenziali ma non troppo) danni che una nuova crisi "del mercato" produrrebbe nell'avvenire di ogni singolo cittadino del mondo? 
  • la corruzione generale: come arginare questo scompenso? Si tratta di un problema economico o prima di tutto culturale? Dove trovare e qualificare le radici di un sistema percepito come malato terminale? Come adoperarsi per porre solide basi di prevenzione e/o minimizzazione del rischio? Dove (ri)trovare le fibre di una società sana e maggioritaria?
  • la fine del giornalismo: come andare oltre l'epoca dei dossier canaglia? Come superare l'epoca del reale asservimento mascherato da finto giornalismo? Come riabilitare un ruolo importante ed essenziale come quello dell'informazione? Quale pregio ed importanza attribuire nuovamente a coloro che da sempre lottano per l'onore (e l'onere) della verità?
  • l'Italia senza speranza: come mai il nostro Paese ha risorse che manifesta e riesce a tirare fuori solamente quando è costretto a farlo? Per quale ragione deve ritrovarsi sul punto del collasso prima di riprendersi? Come addestrarsi ad essere cittadini più responsabili per salvare questo Stato da possibili collassi futuri? Entro quali argini collocare l'italiano medio (e non) per consegnarlo ad un domani migliore di questo oggi? Come tutelare le future generazioni?
Gli argini di riflessione sono, specialmente per tematiche come queste, importanti e pesanti.  E' necessario addestrarsi, giorno dopo giorno, nel superare sbarramenti e resistenze di qualunque tipo. In mezzo alla necessità di rinnovamento rimangono, discutibili o meno, gli ultimi pensieri dell'italiano Giorgio Bocca.  Ai posteri le ardue sentenze...sperando in un mondo migliore, ovviamente. 

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