“ Un tipo strano mi ha detto di darti queste mille lire e di dirti: che le grazie si ottengono con la fede e non con i soldi”
“Grazie Padre Pio” é uno dei grandi capolavori del cinema trash, protagonisti assoluti di questo piccolo (e breve, circa 40 minuti) gioiello sono il cantante Gigione e il di lui figlio, anch'egli cantante, Jo Donatello. I due, abbandonando il loro repertorio tradizionale (basato su canzoni tipo ti piace il gelatino, uno due tre il biscotto in bocca a te) decisamente biricchino, cambiano registro, ma non qualità, per celebrare la loro devozione al santo di Petralcina.La storia inizia così con Gigione che se ne va in tourneé, il figlio Jo Donatello ci rimane male, perché sperava di poter relizzare il suo sogno ovvero cantare con il padre:“...avevi promesso?!” “E manterrò la promessa, canteremo assieme””Ma quando?”“Appena torno”“Tra un mese?!”“Tu sei giovane, un mese passa in fretta, ti raccomando pensa a studiare e stai attento a mamma”Jo Donatello però é un giovane scavezzacollo, così invece di studiare se ne va a pranzo a Posillipo con gli amici, tra i quali c'é Sara, a cui deidica una delle tre canzoni presenti nel film. Ora soffermiamoci un'attimo sulla recitazione, sin da questi primi minuti é evidente che siamo su livelli indecorosi; prendete una recita parrochiale, togliete gli interpreti dotati di un minimo di talento naturale, e tenete gli altri, ecco forse adesso potete farvi una minima idea delle vette che raggiunga la recitazione in questo film. Non solo la dizione latita, ma persino la correttezza della grammatica é del tutto assente, a riprova l'immortale dialogo tre Jo Donatello e Sara:“Scusa Donatello, non perché non mi piace...”“Non ti é piaciuta la canzone?”“No anzi mi é piaciuta tantissimo”“Perché sei triste?”“E' che penso a tutta quella gente che soffre e combatte quotidianamente per la liBBertà”“Già questo rattrista molto anche A me”“Ma adesso basta! Via la tristestezza non stava forse per baciarmi?”Dopo questa epocale scena, Jo Donatello, per raccogliere soldi per aiutare Sara e la sua causa, si mette sotto la protezione di Don Franco ed inizia a vincere corse clandestine di auto (roba talmente ridicola, che al confronto persino quelle di Speed Demon riescono a fare un figurone), conquistando così il cuore di Sara. Se nonché Gigione torna a casa, e trova la moglie afflitta perché Jo Donatello non studia, non torna a casa, sta fuori la notte e via dicendo... Gigione da buon padre decide di affrontare Don Franco, ma il suo tentativo fallisce miseramente, allora decide di giocarsi il tutto per tutto e di andare a Petralcina a chidere una grazia a Padre Pio.Jo Donatello, dopo aver detto addio a Sara, che parte per andare in aiuto della gente che combatte per la libertà, torna a casa ma qui non trova suo padre ma solo sua madre:“E papa andò sta?”“A Petralcina, a chiedere una grazia”“Che grazia?”“Che quello ti fa tornare a casa e ti fa uscire da quel brutto giro”“Già avuta, vado a prenderlo io. Mammà di' ai ragazzi del complesso di farsi trovare al ristorante La Villa stasera é festa grande... Mammà e quella gente non era poi tanto brutta” (per carità non offendiamo la criminalità organizzata).Nel frattempo Gigione se ne é andato a Petralcina, regalandoci, durante il viaggio in pullman, una delle vere chicche di questo film ovvero una canzone su Padre Pio. Qui infine incotrerà il figlio, con memorabile abbraccio tra i due. Nel trionfo dei buoni sentimenti il film si conclude al ristorante La Vela, dove i due, finalmente non più in singolo ma in duetto, eseguono una canzone dal refrain trascinante: “E dai cantiamo insieme, cantiamo questa canzone, che ci dà figlio mio tante emozioni, nanainanaina nanainanaina nanana...”Cult
Recensito da: Azagthoth
VOTITRASH: 97/100Noia 79/100Ridicolaggine degli effetti speciali npPresunzione della regia 82/100Incapacità degli attori 99/100