Il portavoce del governo Simos Kedikoglou ha detto a Reuters che la chiusura era stata decisa sei settimane fa e che non è legata alla mancata vendita dell'azienda statale del gas Depa e all'ispezione in corso di Fmi e Ue ad Atene.
Stamani tutte le sigle sindacali hanno proclamato per domani uno sciopero di 24 ore in segno di protesta. Il sindacato dei giornalisti ha parlato di "colpo di stato" e alcuni redattori hanno occupato la sede della rete.
"Vogliamo mostrare la nostra solidarietà ai lavoratori della tv di Stato e protestare contro queste inaccettabili riforme del settore pubblico che i creditori hanno chiesto", ha detto a Reuters il segretario generale del sindacato del settore pubblico Adedy, Ilias Iliopoulos. Anche un funzionario del sindacato del settore privato Gsee ha confermato l'adesione allo sciopero.
Già oggi i giornalisti di vari media hanno iniziato un'astensione dal lavoro a tempo indefinito per protesta e i canali televisivi stanno mandando in onda repliche e documentari, mentre domani inizierà anche lo sciopero dei quotidiani. Il governo ha spiegato che Ert è un caso di "spreco incredibile" e che la sua chiusura avrebbe fatto risparmiare denaro pubblico. La velocità dell'operazione ha però scioccato i greci, abituati al lento ritmo delle ristrutturazioni pubbliche.
Ieri sera migliaia di persone hanno manifestato fuori dalla sede di Ert per protestare contro il licenziamento di circa 2.600 persone, di cui 600 giornalisti.