Approvato il cosiddetto "pacchetto austerity", sembra che si sia scelto di salvare l'Europa a patto di uccidere l'equilibrio sociale del popolo ellenico. Le proteste di ieri sono solo l'ennesima conferma di un "filo" già largamente spezzato, nel quale è stata la base della piramide statale a "coprire" le falle causate da ben altri colpevoli. Il messaggio del Governo presieduto da Papademos è stato, nella giornata di ieri, più chiaro che mai: o austerity o default. Rimanendo aderenti all'alternativa votata "democraticamente" dal Parlamento, cosa è possibile scrivere? In sintesi, i punti di questa "bomba" ormai deflagrata sono i seguenti:
- Salario minimo: radicale riforma del mercato del lavoro, con diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito. Risulta scontato affermare che, grazie a questo punto, sarà enormemente più facile portare avanti piani di licenziamento;
- Tagli e riforme: risparmio su prodotti farmaceutici, spese sanitarie ed apertura agli investitori stranieri sul mercato energetico. Non ultimi tagli alle spese elettorali, tagli alla difesa e riduzione degli investimenti pubblici. Rimangono tagli promessi ma non ancora collocati, per un totale disoli 300milioni di Euro;
- Privatizzazioni: accanto ad un piano di dismissione dei patrimoni pubblici, saranno cedute quote pubbliche afferenti a società petrolifere, del gas, acqua e lotterie;
- Statali: predisposto piano di 15mila licenziamenti nel settore pubblico, per una percentuale prossima al 10% di tutta la Pubblica Amministrazione ellenica da realizzare entro il 2015;
- Banche: salvati i risparmi dei clienti, a fronte di 17 miliardi di Euro di perdite legate alla recente crisi speculativa. Le stesse potranno inoltre, in caso di bisogno, richiedere prestiti ed aiuti allo Stato per nuovi finanziamenti previa emissione di Titoli di Stato;
- Prestiti: prestito temporaneo di 35 miliardi dal Fondo temporaneo Salva Stati (Efsf), che permetterà di finanziare obbligazioni e titoli in scadenza nei prossimi mesi.
Per saperne di più: "Il reportage - Grecia", D.Mastrogiacomo, S.Bennewitz, E.Occorsio, La Repubblica - 13 febbraio 2012;
"Chi possiede il debito pubblico italiano e greco?", giornalettismo.com (http://www.giornalettismo.com/archives/150317/chi-possiede-il-debito-pubblico-italiano-e-greco/)
"Le sofferenze dei greci in nome delle banche", M.Onado, Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/12/le-sofferenze-dei-greci-in-nome-delle-banche/190758/)