La polizia greca subito dopo l’accaduto ha fermato tre persone. Ora gli inquirenti lavorano alla specifica ricostruzione della vicenda.
“In rispetto della memoria di Kostas Katsoulis, che ha perso la vita, vittima della violenza dei tifosi del calcio e per decisione del vice-ministro della Cultura e dello Sport Giannis Andrianos, tutti gli incontri ufficiali degli sport di squadra saranno rinviati“, ha annunciato il ministero allo Sport.
“Un uomo dopo aver lottato due settimane per sopravvivere ha perso la vita. La sua morte dovrà essere l’ultima di una lunga serie di violenze senza senso che hanno caratterizzato le manifestazioni sportive. Lo Stato è in guerra permanente contro la violenza, in ogni sua forma” aveva in precedenza dichiarato M. Andrianos. Un forte segnale vuole lanciare il governo greco, che si schiera in prima linea contro la violenza negli stadi. Quello che sottolinea il ministero è il paradosso della morte durante un giorno di divertimento e festa. Seguire lo sport, la propria squadra, dovrebbe essere una passione, e non una possibilità in più di morire. Si perde il senso dello sport, che è quello di condividere momenti, gioie, vittorie e sconfitte insieme a tanti altri uomini mossi dalla stessa passione, dalla stessa emozione.
Il Governo greco vuole che questa sia l’ultima morte di una domenica sportiva, e ferma il mondo dello sport, perché la morte di quest’uomo non riguarda solo i campi da calcio ma tutti gli stadi. Nel comunicato il ministero ricorda le rivolte di massa, i cortei degli ultimi anni in Grecia e tutta la violenza di cui il territorio ellenico è già stato protagonista, e non vuole che ciò accada ancora. In Grecia la morte di un tifoso non riempie solo le prime pagine di tutte le testate, ma diventa spunto di riflessione e di critica per i comportamenti violenti in generale.