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GRECIA: Papademos il cosmetico vola a Bruxelles

Creato il 21 novembre 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

di Matteo Zola

GRECIA: Papademos il cosmetico vola a Bruxelles

Il nuovo premier greco, Lucas Papademos, vola a Bruxelles per chiedere la pensione e lo stipendio. Non per sé, ma per i suoi cittadini. La situazione economica greca, infatti, è senz’altro tragica ma quella sociale è forse peggio: pensioni e stipendi non vengono più erogati con regolarità e la Grecia ha urgente bisogno della nuova tranche di prestiti da otto miliardi.  Per Papademos è prima visita ufficiale a Bruxelles per incontrare separatamente il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, ed il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, per informarli sulle misure economiche adottate dal suo governo per raggiungere gli obiettivi del 2011 e del 2012.

Papademos, il salvator di patria, è giunto alla poltrona da premier dopo giorni di braccio di ferro fra i socialisti del Pasok, guidati dal dimissionario primo ministro George Papandreu, e i conservatori di Nuova Democrazia di Antonis Samaras. A piegare le resistenze di quest’ultimo a dar vita un esecutivo di coalizione tra tutte le forze politiche è stata la pressione di Merkel e Sarkozy.

Papademos, dovrà risolvere un altro problema importante, cioè quello che riguarda le garanzie scritte chieste dall’Eurogruppo ai leader dei partiti greci che sostengono il suo governo e del quale il leader di Nea Dimocratia, Antonis Samaras, ha ribadito anche nel fine settimana di non voler assolutamente sentir parlare.

Eppure Papademos è sempre piaciuto a destra come a sinistra, nessuna delle due parti ha mai messo in discussione il suo operato anche quando forse ce n’era motivo. Scrive Gilda Lyghounis su Osservatorio Balcani che  Atene, come Roma, era stata richiamata per avere presentato ad Eurostat (l’Istat dell’Unione Europea) conti troppo rosei rispetto alla realtà: “il bilancio greco sforava il fatidico rapporto del tre per cento fra deficit e Pil consentito per entrare, e rimanere, in zona euro. E questo dal 1998 al 2004. E chi aveva preparato, per i primi tre anni, questi dati? Il metodico Papademos“. Conti truccati, quindi, che Papademos spiegò così: “Le discrepanze nei conti riflettono in parte il nuovo sistema adottato nel modo in cui le spese militari devono essere conteggiate”. Spese militari che pesavano per il 90% dello sforamento, ricorda ancora Gilda Lyghounis.


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