La troika dei creditori ha inserito la Grecia in due programmi di prestito nel 2010 del valore di 240 miliardi di euro in cambio di misure di austerità dolorose che hanno ridotto il reddito delle famiglie di un terzo e spinto la disoccupazione al 27%. In aggiunta, le crescenti tensioni politiche interne hanno, nei mesi precedenti, posto la nazione sull’orlo del baratro. Se le previsioni si riveleranno veritiere, invece, dopo anni di crisi profonda, la Grecia potrebbe tornare a crescere.
Così, nel 2015 potrebbe essere registrato un avanzo primario di 5,4 miliardi di euro. Inoltre, il debito è atteso in calo al 168% del pil dal 175% di quest’anno e la disoccupazione dovrebbe scendere al 22,5% dal 24,5% di quest’anno. Il progetto messo appunto dal governo ellenico, basato su riduzione della tassazione e allentamento delle misure di austerità, sarebbe un buon viatico in vista delle possibili elezioni anticipate del prossimo anno.
Secondo gli esperti di Pantelakis Securities “Il voto di fiducia in Grecia dovrebbe rafforzare il consenso intorno all’esecutivo ellenico in un momento in cui sono in corso le trattative con la Troika e dovrebbe aiutare a ridurre i timori di elezioni anticipate”, che solo poco tempo fa si pensava potessero aver luogo già a novembre.
Si dice soddisfatto il ministro delle finanze Gikas Hardouvelis che ha definito l’uscita dalla recessione come “il risultato di sacrifici senza precedenti della società greca, delle famiglie e delle imprese”.