Come in tutte le dispute in cui ciascuno dei due contendenti ha la possibilità di distruggere l’altro, non si arriverà allo scontro finale, ma, dopo infinite schermaglie, si troverà una soluzione di compromesso che potrà ritenersi soddisfacente per tutti.
E così penso che finirà fra Grecia ed Unione europea.
Ovviamente mi riferisco all’eventualità di una vittoria alle elezioni del 25 gennaio da parte di Syriza, il partito di estrema sinistra, perché in caso contrario non si può neppure parlare di scontro Grecia Vs Ue.
O meglio, diciamola tutta, è ovvio che anche l’attuale partito al Governo ad Atene, Neo Demokratia, anche se farà campagna elettorale proponendo di rimanere nella moneta unica e prospettando, in caso contrario, scenari apocalittici per il popolo greco, certamente dirà che comunque vorrà rinegoziare con la Troika alcune “misure” considerate troppo penalizzanti per una popolazione già provata da una crisi senza precedenti.
Ma con la vittoria di Tsipras, indubbiamente, la “vertenza” assumerà certamente toni più aspri e la posta in palio inevitabilmente salirà, come detto, però, ritengo che alla fine un accordo sarà trovato, dopotutto forse, si sta già trattando.
E sarà l’ennesimo errore, perché visto che il progetto euro è intrinsecamente una follia economica, esso è comunque destinato al fallimento, quindi il procrastinarne la fine servirà solo a far prolungare le sofferenze per i popoli dei Paesi periferici, tra i quali ci siamo pure noi.
Ed ecco allora come non si debba trovare motivo di soddisfazione da una possibile soluzione di compromesso della crisi greca, temo proprio che si rivelerà l’ennesima delusione per l’Italia che vedrà protrarsi il proprio declino anziché trovare la forza e l’energia per chiudere definitivamente un’esperienza rovinosa e riprendere una fase di forte espansione economica come quella vissuta dal nostro Paese all’indomani dell’uscita dallo SME.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro