Il clima sociale torna nuovamente teso in Grecia in questi giorni. Molte piazze delle principali città sono state occupate da cortei per lo sciopero generale proclamato dai sindacati greci contro il taglio, ulteriore, di 25 mila posti di lavoro annunciato dal Governo.
A tali cortei si sono aggiunte numerose manifestazioni spontanee a seguito dell’uccisione di un popolare cantante rapper antifascista da parte della nota formazione di estrema destra Alba dorata. Ad Atene una miriade di dipendenti pubblici sono ritornati nuovamente nelle piazze per protestare contro la decisione del Governo di procedere ad una ulteriore riduzione di migliaia di posti di lavoro nella pubblica amministrazione entro la fine del 2013.
Da ieri, 18 settembre 2013, in Grecia inizia uno sciopero generale di due giorni: uffici pubblici, tribunali, scuole, ospedali bloccheranno il servizio, anche il trasporto ferroviario si fermerà per quattro ore. Come ben noto, Italia compresa, i licenziamenti fanno parte del famoso pacchetto austerità promosso da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale, al fine di erogare i famosi prestiti salvataggio paese.
Vi è da chiedersi se la situazione attuale greca possa espandersi, alla stessa maniera, anche in altri paesi europei, di fronte a una Unione Europea sempre più distante dai suoi cittadini, ed arroccata su burocrazia, e politiche economiche che meriterebbero una attenta discussione, e rivisitazione. Le prossime elezioni in Germania saranno in grado di far comprendere alla Grecia, e non solo, quale sarà il futuro dell’Europa, e della sua discussa moneta.