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Green Hill: davvero il Governo si è mosso per mettere fine alla vivisezione?

Da Eloisa @EloisaMassola
La notizia è su tutti i giornali, con tanto di fotografie del Ministro Brambilla sorridente, ripresa mentre è intenta a vezzeggiare un cane:
I cani di Green Hill salvati da un emendamento
- "Giornale di Brescia"
Green Hill dovrà chiudere. Brambilla: presto recepita legge UE
- "Il Messaggero"
Brambilla, su vivisezione si volta pagina dopo decenni di massacri
- Agenzia Asca
Green Hill ha i giorni contati - "Il Corriere della Sera"
Ma quanto c'è di vero, in mezzo a tanto ostentato ottimismo?
Il sito di Fermare Green Hill ad oggi non riporta alcun commento sull'emendamento approvato dal Governo. Né rilasciano dichiarazioni quelli del comitato Montichiari contro Green Hill, da me contattati nella speranza di ricevere qualche notizia più fresca e attendibile di quanto non lo sia la (malcelata) propaganda politica della Brambilla.
Il sito della LAV pubblica, in un articolo del 19 ottobre, il testo dell'emendamento in questione - discusso in aula proprio dopo le vibranti proteste a favore dei cani detenuti nell'allevamento Green Hill di Montichiari. Leggendolo per intero e con un po' di attenzione, si comprende subito come, in realtà, siamo ben lontani dalla "svolta" pubblicizzata dalla Brambilla - anche per quanto riguarda l'utilizzo di cani e gatti nelle pratiche di vivisezione.
Al punto b) dell'articolo 2 si legge infatti:
[Il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi di cui all'articolo 2 della presente legge, in quanto compatibili, anche i seguenti principi e criteri direttivi:] vietare l'utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via d'estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell'uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai principi della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, previa autorizzazione del Ministero della salute, sentito il Consiglio superiore di sanità.

Green Hill: davvero il Governo si è mosso per mettere fine alla vivisezione?

Immagine tratta da Google.

Questo non significa, come ha sbandierato il Ministro sulla sua pagina Facebook, che in Italia non esisteranno "mai più fabbriche della morte" (fonte: "Corriere della Sera"): forse Green Hill chiuderà, ma i test su cani, gatti e scimmie antropomorfe proseguiranno qualora lo si ritenga indispensabile per le ricerche "finalizzate alla salute dell'uomo" e in base a quanto affermato dalla direttiva europea che, come sappiamo, è tutt'altro che all'avanguardia in materia di vivisezione (nel 2010 l'UE aveva addirittura consentito la sperimentazione su cani e gatti randagi! - direttiva europea 2010/63).
Quanto a Green Hill, è vero che il punto c) (sempre dell'articolo 1) vieta
l'allevamento di primati, cani e gatti destinati alla sperimentazione di cui alla lettera b) su tutto il territorio nazionale
ma, al contempo, non vieta l'importazione di questi animali da allevamenti stranieri. Il che significa che la Marshall Farm Inc. dovrà probabilmente chiudere il suo stabilimento italiano (o convertirlo in un allevamento normale, con il rischio che la vendita dei cuccioli ai laboratori di vivisezione prosegua mediante chissà quali sotterfugi - in Italia sempre consentiti e sui quali non esiste nessuna attività di controllo), ma potrà continuare a importare in Italia cani e gatti e scimmie, per continuare a venderli (con prezzi forse anche più alti - e dunque con maggiore guadagno) ai laboratori di vivisezione e agli stabulari. E questo varrà per tutti gli allevamenti stranieri che si occupano di allevare animali per la sperimentazione.
Infine, il principio delle tre R, menzionato al punto a) dell'articolo 1, altro non è se non la definizione elaborata da Russel e Burch nel 1959 (!!), fondata su: raffinamento (miglioramento delle condizioni di sperimentazione su animali); riduzione (del numero di animali su cui sperimentare: il che significa che sarà praticato un maggior numero di interventi sempre sugli stessi soggetti); rimpiazzamento (sostituzione dell'animale con metodi alternativi).
Vi è dunque una bella differenza tra lo "Stop alla vivisezione" proclamato a gran voce dai giornali e la realtà dei fatti.
L'emendamento è deludente sotto molti punti di vista - e non può in nessun modo essere considerato un provvedimento contro la vivisezione.
Non solo per i motivi sopra elencati, ma anche per il fatto che non prende in considerazione in nessun modo tutte le altre specie di animali che vengono torturate e uccise quotidianamente nei laboratori (conigli, ratti, cavie...), limitandosi a una blanda (e abbastanza ipocrita) tutela nei confronti di cani e gatti, verso cui l'opinione pubblica (l'elettorato?), si sa, è da sempre più sensibile.
Come giustamente scrive Laboratorio Antispecista:
quel che la Brambilla ha presentato, altro non è che un emendamento che NON CONTIENE ALCUNA PRESA DI POSIZIONE ETICA CONTRO LA VIVISEZIONE restando una REGOLAMENTAZIONE che, in quanto tale, LEGITTIMA LA VIVISEZIONE STESSA.
Dal punto di vista etico, la questione è tutt'altro che sottile, soprattutto se si considera che in Francia, Inghilterra e Germania gli esperimenti su animali sono aumentati nell'ultimo periodo del 50% e che in Italia, nel biennio 2008/2009, gli esperimenti "in deroga" [1] sono arrivati a 204, contro i 98 dell'anno 2000.
Con numeri simili, una presa di posizione unica e decisa contro la vivisezione in toto dovrebbe essere l'unica scelta possibile, per chi si professa paladino dei diritti degli animali.
Note:
[1] Gli esperimenti cosiddetti "in deroga" possono essere effettuati a fini didattici e senza impiego di anestesia, su cani, gatti e primati. Il loro aumento è significativo, se si pensa che dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere regolamentate da disposizioni molto restrittive...

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COMMENTI (6)

Da Thelma
Inviato il 05 novembre a 20:28
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Bugie, bugie, bugie quelle del ministro dalla rossa capigliatura e di tutti gli altri compari! Nessun divieto alla vivisezione né all'allevamento... ma che provassero loro l'inferno in cui vivono e muoiono quegli animali. Poi magari cambierebbe davvero la situazione!!

Da Eva
Inviato il 05 novembre a 20:23
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Come sempre, si sanno mettere in mostra benissimo i nostri politici e anche "vendere" ciò che non c'è: la vivisezione non sarà abolita con questo emendamento, e nemmeno diminuirà... quindi, nulla di nuovo purtroppo!!

Da eleonora
Inviato il 05 novembre a 15:16
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condivido , l'eendamento della brambilla e aria fritta. leggendo fra le righe si legge "tranne che o almeno che" trionfalisti svegliatevi,niente e cambiato !!!!!!!!!!!

Da Megghi jr
Inviato il 05 novembre a 14:50
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Per vietare la vivisezione in Italia basterebbero due righe "si vieta l'uso di sperimentazioni fatte con l'utilizzo di animali su tutto il territorio nazionale". Normative cme questa sbandierata dalla Brambilla, piene di "eccetto" e di "a meno che" non fanno altro che regolamentare e permettere l'uso della vivisezione (ed ho il forte sospetto anche incrementare). Complimenti per l'articolo chiaro e preciso!

Da morgana
Inviato il 05 novembre a 14:10
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Complimenti vivissimi a tutti voi che avete chiarito quanto realmente fatto dal ministro Brambilla: NULLA!

Da UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
Inviato il 05 novembre a 13:22
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COMUNICATO STAMPA UNA CREMONA - 26/10/2011 - “Vivisezione: i lati oscuri delle presunte novità”

È stato approvato in Commissione Affari Sociali alla Camera un emendamento al disegno di legge di recepimento della Direttiva europea n. 63 del settembre 2010 in materia di vivisezione. Da più parti, anche in seguito a dichiarazioni del ministro Brambilla, la notizia è stata accolta con un’ondata di trionfalismo: vivisezione abolita e allevamenti di cani e gatti destinati alla vivisezione vietati. Assolutamente non è così! Non solo perché l’iter non è ancora concluso, ma anche per il contenuto stesso dell’emendamento. Innanzitutto, ci ha colpito la totale assenza da questo emendamento di una questione molto importante, quella dei cani e dei gatti randagi che, secondo la Direttiva Europea, possono essere utilizzati nella vivisezione. Per loro, quindi, non vi sarebbe nessuna tutela, anzi con le (poche) limitazioni agli allevamenti di animali per i laboratori, potrebbero essere proprio i randagi a subire la vivisezione che questo emendamento non limita e non rifiuta. Non solo, ma le uniche specie di cui si occupa sono i primati, i cani e i gatti; tutte le altre numerose specie utilizzate nella vivisezione non vengono nemmeno prese in considerazione! La proposta si basa sulle cosiddette “3R” (comma a), ossia sulle linee guida elaborate da vivisettori inglesi negli anni ’50, che prevedono di “raffinare” (ossia cercare di limitare il dolore), “ridurre” e “rimpiazzare” gli esperimenti, ma le statistiche indicano da allora un continuo aumento di animali vivisezionati. Il divieto di sperimentazione su scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via di estinzione (comma b) ha eccezioni riguardanti obblighi nazionali o internazionali di effettuare esperimenti e le ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, casi nei quali la vivisezione è ammessa. Anche il divieto di allevamento di primati, cani e gatti sul territorio nazionale (comma c) sembra debba interpretarsi in senso ristretto in quanto, facendo riferimento al comma b, pare che qualora gli animali siano destinati a esperimenti permessi dalle eccezioni precedenti possano continuare ad essere allevati. L’assicurazione di una “misura normativa sufficientemente cautelare nei confronti degli animali geneticamente modificati” (comma d) non ci soddisfa affatto, e non solo perché quello che noi chiediamo non è una condizione migliore, ma l’abolizione della vivisezione! Gli animali geneticamente modificati vengono creati appositamente per la vivisezione e ciò non può che avere ripercussioni sul ‘benessere’ degli animali (unico aspetto che sembra interessare ai legislatori, mentre di rispetto e di diritti di questi animali non si parla affatto!). Il divieto di utilizzare animali “negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche” (comma e) probabilmente cambierà poco la situazione: da un lato, è prevista l’eccezione dell’alta formazione dei medici e dei veterinari, che potranno continuare con i loro numerosi esperimenti; dall’altro, potrebbe esserci il rischio di una interpretazione che permetta ancora anche esperimenti su animali nelle università e nelle scuole, se non considerate di “ambito sperimentale”, ossia se, come spesso accade, si ripetono esperimenti già condotti. Le stesse considerazioni valgono anche per gli esperimenti bellici. Il divieto di esperimenti senza anestesia o analgesia ha un’eccezione non indifferente, ossia “qualora provochino dolore all’animale”, condizione non sempre di fatto riscontrabile, oltre al fatto che dovrebbe essere rilevata dagli stessi sperimentatori. Quello che noi chiediamo non sono gabbie più grandi o condizioni migliori, ma bensì niente gabbie e abolizione della vivisezione per motivi etici e scientifici.

Amministratore del sito www.unacremona.it e Responsabile della Comunicazione dell’Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)