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Green Hill: gli animalisti strappano 25 cuccioli a morte e torture

Da Nicola Spinella @ioparloquantomi

La protesta degli animalisti registra una vittoria storica nella lotta all’odiosa pratica della vivisezione. Un migliaio di manifestanti sfila per le strade in modo pacifico. Ma l’azione dimostrativa sfocia in un blitz in piena regola che porta alla liberazione di almeno 25 cuccioli, selezionati ed allevati in vista di essere venduti per essere sottoposti a torture e crudeltàGreen Hill: gli animalisti strappano 25 cuccioli a morte e torture

Una foto che si commenta da sé: diverse mani portano un cucciolo di beagle al di là del filo spinato che delimita il laboratorio del moderno Frankenstein. Il cucciolo è tranquillo, forse un po’ stranito: non sa che quelle mani, che lo offriranno alla libertà e ad una lunga e serena vita, lo hanno strappato al bisturi e alle torture della sperimentazione scientifica cui la sua razza è spesso destinata proprio a causa del carattere pacifico di questi animali.

Il Green Hill, famigerato canile impegnato nella selezione di cani da destinare agli esperimenti dell’industria cosmetica e farmaceutica, è stato assaltato da un gruppo animalista: è il popolo che ha deciso che quell’assurda attività che infierisce tante sofferenze a esseri viventi che hanno l’unico torto di essere considerati animali.

Ma questa volta è la gente che non ci sta: prende di mira il canile, cerca i punti in cui le recinzioni sono più deboli, le scavalca. Nei viali adiacenti, folle di manifestanti si schierano dietro agli striscioni: ci sono le sigle classiche della difesa dei diritti degli animali come Occupy Green Hill, ma anche persone comuni disgustate dalla presenza di quell’antro delle belve e persino un gruppo di motociclisti incazzati come bestie. Chi immagina lo stereotipo del motociclista, tutto birra e donne nude, rimarrà sorpreso nello scoprire la sensibilità dei centauri, non certo paragonabile a quella di chi quotidianamente decreta le sofferenze di centinaia di cani.

Non può essere tollerato alcun altro gesto di umana avidità che comporti la sofferenza di quei cuccioli, molti dei quali sembrerebbero presentare cicatrici difficilmente compatibili con interventi di sterilizzazione(fonte). Grida, applausi, pianti di commozione: quelle bestioline indifese sono finalmente libere, è una vittoria di quel po’ di buon sentimento che questa crisi economica non è riuscita a portarci via. Siamo ancora uomini, dunque.

Dodici persone vengono bloccate dalle forze dell’ordine, accusate di furto, danneggiamento di proprietà privata, violazione di proprietà privata e tutti quegli altri reatucoli inutili di cui il nostro ordinamento è pieno: si stimano 250.000 euro di danneggiamenti, cifre raggiungibili unicamente con l’esplosione di diverse granate all’interno dello stabilimento. Dei trattamenti contrari al senso di umanità, perpetrati su quegli animali, non è possibile quantificare il danno. Perché non c’è moneta che possa pagare l’inumanità di taluni comportamenti.

Intanto l’azienda lamenta ingenti danni: a dire il vero,  farebbe bene a ritirare le denunce e a consegnarsi alla storia, smobilitando le strutture e facendo un minimo sforzo per guadagnare quel pizzico di dignità indispensabile per potersi guardare allo specchio. Alcuni avvocati hanno assunto gratuitamente la difesa dei denunciati.

Il dado, ormai, è tratto. Inutile parlare degli attestati di solidarietà che la rete tributa ai “dodici”, apostoli di un’umanità ormai smarrita, annunciatori di un nuovo modo di intendere la vita in cui non è sempre il più forte ad imporre soprusi ai più deboli. Poche, a dire il vero, le voci fuori dal coro che stigmatizzano l’accaduto ponendo l’accento sul “furto” dei cani ai danni della ditta che gestisce il canile. Un punto di vista tanto singolare quanto impopolare, che considera gli animali alla stregua di oggetti valutabili economicamente e nella disponibilità esclusiva di un “padrone”.

Non più un vivere spietato, ma aderente ad una visione del mondo nuovo, consapevole e  che inizi a fare i conti con la barbarie di cui l’uomo è astrattamente (?) capace.

I fatti di Montichiari segnano un profondo spartiacque, un solco. Un primo esempio di reazione del popolo alle ingiustizie di chi pone il profitto sopra ogni cosa. Per una volta la protesta si è concretizzata attivamente in una rappresaglia in stile Navy Seals, con tanto di ostaggi portati in salvo.

Seguiremo con trepidazione lo sviluppo della vicenda che ha fatto comprendere, a chi non lo avesse ancora capito, che non esistono atti illeciti laddove la reazione è attuata per evitare un danno peggiore. E la vita e la felicità di quei cuccioli vale molto di più che non i 250.000 euro presunti di danno sofferti dall’azienda di Crudelia Demon.


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