Nel 1990, quel geniaccio di Joe Dante, rimette mano alle sue dispettose creature pelose, per realizzare uno dei sequel più belli che si siano mai visti al cinema. Spostando il motore narrativo dell’intera vicenda nella Grande Mela, Dante racconta l’edonismo endemico che ammorbava gli anni ’80, la corsa al consumismo sfrenato e l’assurda voglia di cancellare tutto ciò che veniva considerato “vecchio”. In questo senso i gremlins sono vere e proprie bombe ad orologeria, pronte a deflagrare e distruggere ogni simulacro dell’epoca moderna, dalla borsa, all’informazione, dal carrierismo sfrenato, fino al cinema stesso. Al piccolo Gizmo e ai suoi amici umani non resterà che resistere, cercando di salvare l’umanità dalla distruzione, anzi dall’autodistruzione, perché come dice nel finale di questo straordinario, bellissimo film, il Signor Clump (versione beffarda di Donald Trump): “questo non era un posto creato per gli esseri umani, era un posto costruito per le cose e quando costruisci un posto per le cose, alla fine le cose arrivano…”
Ecco, forse alla fine le “cose” sono davvero arrivate.
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