Caratteristiche
Danni piante
Il grillotalpa, solitamente, infesta i terreni degli orti e dei giardini. Predilige aiuole non curate o tappeti erbosi. Il suolo è l’habitat ideale del grillotalpa che, in genere, vi trascorre tutta la vita, scavando fori e gallerie lunghe da venti centimetri a un metro. Durante questa attività “escavatoria”, il grillotalpa erode le radici delle piante e i tuberi. I principali danni alle specie vegetali avvengono proprio nelle radici, perché l’insetto non è perfettamente fitofago, anche se non disdegna di nutrirsi proprio delle radici delle piante a fiore, del pomodoro, della patata, delle carote, dei peperoni e delle bietole. L’apparato radicale, danneggiato dall’insetto, appare morsicato e le piante, specie quelle più giovani, non potendo assorbire le sostanze nutritive del terreno, finiscono per seccarsi irrimediabilmente.
Cause
Il grillotalpa è attirato dai terreni morbidi, umidi e poco curati. Una cattiva manutenzione del tappeto erboso e una scarsa cura delle aiuole possono attirare questo insetto spingendolo ad insediarsi stabilmente all’interno del suolo del nostro orto o giardino. Residui di foglie secche, bucce di patate, resti di carote o di altre piante a fiore ed orticole, vanno prontamente eliminati dal suolo, poiché attirano l’insetto facendogli credere di potersi nutrire delle loro radici. Dal suolo vanno rimossi anche resti di piante ricche di amido o di altre sostanze organiche che decomponendosi inumidiscono ulteriormente il terreno. Altri fattori che possono attirare il grillotalpa, una concimazione a base di compost poco maturo. Più un concime organico è umido e più si creano le condizioni per attirare l’insetto.
Lotta
La lotta al grillotalpa può essere attuata tramite rimedi chimici o biologici. I primi consistono nell’adozione di esche avvelenate, ovvero di esche impregnate di carbammati aromatici, composti altamente tossici non solo per l’insetto, ma anche per l’ambiente. In commercio esiste un composto per esche velenose, chiamato Methiocarb, proprio a base dei carbammati. Le esche andrebbero inserite nel terreno in modo da uccidere l’insetto durante la fase di scavo e di erosione delle radici. Purtroppo, i veleni sono tossici anche per il suolo, per le piante e per gli uccelli che si trovano a beccare le stesse esche. Per ridurre il rischio di tossicità su piante e suolo, le esche ( resti di carote, mele o patate) si possono inserire in un contenitore di plastica, magari una bottiglia vuota per l’acqua minerale, tagliata a metà e interrata con all’interno la sostanza impregnata di veleno. Le esche avvelenate vanno posizionate sul suolo nel periodo compreso tra aprile, maggio, ovvero quello in cui avviene la deposizione delle uova. La raccolta degli insetti morti va fatta durante le prime ore del mattino per evitare che gli uccelli muoiano nutrendosi proprio degli esemplari avvelenati. Altro valido metodo di lotta al grillotalpa, quello biologico. In natura esistono predatori naturali del grillotalpa: si tratta del gatto, del riccio, del toporagno, di alcune specie di uccelli rapaci, dei merli e dell’upupa.
Lotta biodinamica
La biodinamica è una disciplina che propone rimedi naturali per risolvere diversi problemi comuni, come la cura delle malattie delle piante o altro. Questa disciplina suggerisce dei consigli anche per liberarsi del grillotalpa. Un rimedio biodinamico molto efficace contro il grillotalpa è quello di posizionare, lungo i bordi del terreno, una bottiglia di plastica tagliata a metà e riempita di pezzi di ortaggi o di birra. La trappola va coperta con una tegola per impedire che vi entri la pioggia e per creare oscurità. Dopo alcuni giorni, attirati dai residui organici della bottiglia, i grillotalpa vi finiranno dentro. A questo punto li si potrà bruciare, distribuendo sul terreno la cenere ottenuta. I resti degli insetti bruciati rappresentano delle tossine per i grillotalpa, che si terranno alla larga dalla zona “contaminata”.