Groenlandia e Islanda in famiglia: intervista ad Alessandro

Creato il 16 luglio 2015 da Giovy

Siglufjörður (Islanda) - © Alessandro Appodia


Torniamo a parlare di Groenlandia, sempre per la rubrica Terre Estreme. Dopo il racconto del viaggio di Matt in quella terra così bella e spesso estrema, ciò che vi proponiamo oggi è un'intervista ad Alessandro che, tempo fa, mi aveva contattata per alcuni consigli e poi è partito per Islanda e Groenlandia con moglie e bimbo di due anni.Questa è la sua esperienza, fatta di un incontro profondo con una realtà che sa davvero di grande Nord. 
Giovy: Come mai avete scelto di fare una vacanza in Groenlandia e Islanda (c'era anche l'Islanda, vero?)
Alessandro:  Prima di tutto mi piace sottolineare che non si tratta mai di vacanza ma bensì di viaggio, la vacanza è in completo relax, mentre il viaggio è un qualcosa che ti arricchisce nel profondo ma te lo devi guadagnare. Io e mia moglie siamo amanti delle alte latitudini, il 66° parallelo è oramai un caro amico che incontriamo sempre volentieri. Le abbiamo scelte perché sono due isole..e già perché lo è anche la Groenlandia, addirittura l’isola più grande della Terra!, estremamente importanti per l‘ecosistema terrestre: se l’Amazzonia è il polmone del pianete allora i ghiacci che queste due terre preservano sono in qualche modo la sua vescica. Qui puoi ascoltare il respiro della Terra, lo sbuffare dei geyser e il ribollire delle acque, puoi percepire la sua immensa potenza, iceberg che si staccano dai ghiacciai e cominciano il loro viaggio in solitaria che può durare anche diversi anni. E poi provare emozioni forti che stimolano viaggiatori come noi, sorvolare l’interminabile calotta polare, abbronzarsi col sole di mezzanotte, immergersi in pozze geotermiche a quasi 40°C nel mezzo del nulla mentre un’aria fresca soffia forte sopra di te, oppure camminando lungo la dorsale medio atlantica, e ciò vuol dire che mentre il tuo piede destro è ben saldo nella placca euroasiatica il sinistro potrebbe poggiare in quella nordamericana. Sono le terre delle leggendarie meraviglie della natura e noi le abbiamo scelte per queste e tanti altri motivi, e le abbiamo unite virtualmente perché c’era una curiosità che mi stuzzicava prima della partenza, l’inversa attribuzione dei loro nomi, perché chiamare Iceland un paese estremamente verde e Greenland il regno del bianco?
G:  Viaggiate con un bimbo piccolo: come vi siete organizzati per gestire le sue esigenze in una terra estrema?
A: Viaggiare con un bambino piccolo richiede sempre uno studio più approfondito del viaggio, con modalità e tempi diversi, come ad esempio non trascorrere troppe ore in auto o su altri mezzi di trasporto dove si potrebbe annoiare. Davide, il nostro piccolo invasore, ha solo due anni ma è già un esperto globetrotter che può già vantare di aver risalito la Lapponia e raggiunto Capo Nord. Quindi grandi esigenze fortunatamente non ci sono, bisogna però renderlo sempre partecipe del viaggio, la scoperta deve avvenire giocando e ridendo assieme. Gli abbiamo regalato un trolley tutto suo con Saetta McQueen di Cars, con il quale gira per gli aeroporti innescando i sorrisi dei passeggeri, e lui devo ammettere ci da molte soddisfazioni meravigliandosi delle grandi e piccole cose, un “Wow” o “Mami guarda, guarda..” ammirando uno spettacolare tuffo di una balene nel fiordo di Eyjafjörður o vederlo eccitato nell’attendere che il geyser erutti di nuovo ripaga di alcuni sforzi e capisci che stai facendo qualcosa di positivo per lui. Davide rimane pur sempre un bambino di 2 anni e ha diritto a stancarsi, e per questo motivo portiamo sempre con noi uno zaino dove può comodamente ammirare da seduto le bellezze della natura. Negli ultimi mesi Davide ha raggiunto i 15Kg ma la qualità dello zaino e l’amore per i viaggi non lo fanno pesare affatto. E proprio questo zaino ci ha permesso di risalire il vulcano Krafla tra lava indurita e neve soffice in Islanda o la collina del Lile Malene in Groenlandia, quindi al momento non ne potremmo fare a meno e neanche Davide visto che riesce perfino ad addormentarcisi. Forse l’unica cosa che ci lascia sempre un poco dubbiosi è cosa o piuttosto quanta roba portare per lui, vedi soprattutto i vestiti che con certi climi non si possono facilmente lavare e riasciugare in poche ore. Quello che possiamo consigliare è di non aver paura a lasciare qualche maglietta di troppo a casa. Ma risolto questo, in borsa consiglio sempre un tablet e così anche le serate più pigre sono risolte!
G: Cosa pensavi di trovare e cosa hai trovato?
A: Questa domanda la dovresti fare direttamente a mia moglie, e ti risponderebbe “Gli igloo!”. Inutile fargli capire che quel tipo di abitazione utilizzata nei mesi invernali dal popolo Inuit è stata sostituita da più moderne case di legno in chiaro stile scandinavo a partire dagli anni ’70.
Gli Inuit che vivono lungo la costa occidentale si sono oramai adeguati ai comfort e alle tecnologie dei giorni nostri. Quindi può capitare di spostarsi in barca all’interno del fiordo di Godthåbsfjorden e dopo circa un’ora sbarcare in un microscopico villaggio di 3 case colorate chiamato Qooqqut e imbattersi in un ristorante con cucina d’eccellenza, non solo, rimanere sorpresi nel sapere che siamo fortunati e troveranno un tavolo libero per noi, in mezzo al nulla tra ghiacci perenni un masterchef poco eschimese ha creato un forte business. Gli igloo sono davvero lontani.Piuttosto abbiamo trovato un clima che non ci aspettavamo proprio, temevamo nevicate e freddo, ci hanno accolto giorni di sole e completa assenza di nuvole. La Groenlandia che non t’aspetti! Quel sole che rimane forte anche alle 2 di notte, che abbronza una pelle chiara come la mia, che ti dà la possibilità di vedere bambini locali bagnarsi nel lago semighiacciato come in un giorno di calura romana. Una cosa però abbiamo notato nella cittadina di Nuuk, o meglio la capitale più a nord del mondo, un'eccessiva trasgressione, disordine e caos a cui non eravamo pronti dopo 2 settimane di perfettissima Islanda. La città è abbastanza incoerente, è come se avesse un doppio volto, ed è colpa dell’urbanizzazione all’occidentale con tutti i suoi difetti ben visibili dal porto vecchio, una serie di orribili casermoni di cemento che dominano il lungo mare. No questo davvero non l’aspettavo neanche io, ero certo di non trovare igloo o abitazioni alquanto primitive, ma certo non immaginavo una così eccessiva colata di cemento. Non capisco..o in quanto sognatore faccio finta di non capire.
G: Cosa bisogna assolutamente sapere per andare da quelle parti?
A: Non credo bisogna sapere nulla in particolare per spingersi fin lassù.
Ma forse anche qui mia moglie risponderebbe “..una cosa invece la dovreste sapere, l’unico volo che collega Reykjavík a Nuuk è un Dash 8, un piccolo bimotore della Air Greenland!”. Si tratta di un volo di circa 3 ore sopra la calotta polare, un esperienza unica e indimenticabile. Si viaggia in completa sicurezza con la porta della cabina di pilotaggio quasi sempre aperta. Ed io non ho potuto resistere nel dare un occhiata, così mi avvicino e la copilota smette di fare l’uncinetto e lo posa serena sul cruscotto vicino alla sua mela e banana, mentre il pilota che le volgeva lo sguardo mi saluta e comincia a dirmi “vedi è semplice, cloche giù do potenza, cloche su levo potenza!” .Comincia così una spiegazione rapida di tutti quegli innumerevoli comandi, e quando gli chiedo se davvero li conosce tutti, mi tira fuori il manuale dicendo “..qui c’è la risposta ad ogni problema”. Al ritorno al mio posto ero felice come un bambino col barattolo di nutella, mentre Silvia continuava ad essere tesa e Davide dormiva beato.
G: E' un viaggio che consiglieresti a famiglie con bimbi piccoli? Raccontaci qualche pro e qualche contro
A: Non è certo come portare i figli al mare o a fare una passeggiata in montagna. Non ci si rilassa, si assapora la natura, si vive, ma certo non ci si rilassa. Quindi bisogna prima partire da questo presupposto. Poi io sono dell’idea che i bambini piccoli sono ovunque, non ho notato tanta differenza tra un bambino Inuit di 2 anni e Davide, loro fortunatamente sono uguali, mentre le paure, fobie e preoccupazioni su cosa fargli mangiare è roba da adulti. Entrambe le isole sono destinazioni per backpackers esperti, e di bambini piccoli in viaggio ne abbiamo incontrati davvero pochi, molto pochi. Ciò non significa che non siano luoghi adatti a loro, tutt’altro. Non esistono rischi come li intendiamo noi, difficilmente un umano ti farà del male, ma piuttosto bisogna rispettare e assecondare la forza della natura ed avere sempre gli occhi aperti in vicinanza di animali. Piccole aree con scivoli e dondoli sono presenti quasi ovunque, ogni piccolissimo villaggio dell’Islanda ha una sua piscina con scivoli, ed anche immergersi in pozze di acqua sulfurea con i bambini è una bella esperienza. Dare la possibilità ai bambini di scoprire e ammirare rare bellezze di cui il nostro paese è privo credo sia un arricchimento senza uguali. Ed i bambini, anche a questa tenera età ricordano, noto come Davide memorizzi i luoghi, a distanza di 2 settimane ripassando davanti la chiesa Hallgrímskirkja di Reykjavík, ricordava di essere salito fin sopra il campanile. Oppure ho osservato come al nostro rientro, dopo quasi 20 giorni di luce continua, si sia meravigliato del fatto che calasse il buio e lo vivesse quasi come un evento singolare.I nostri pernottamenti sono avvenuti sempre in casette di legno dotate di angolo cottura dove poter cucinare in autonomia e così risparmiare sul budget, perché quello si che è un problema, l’Islanda è il paese più caro d’Europa e anche la Groenlandia non è da meno, così mangiare in casa almeno un pasto al giorno può aiutare in questo. Forse proprio i menù bambini ai ristoranti sono un poco ripetitivi e con poca scelta (la solita pasta col pomodoro, pizza, polpette e patatine), ma girovagando per supermercati e piccoli negozietti si superano questi problemi culinari ed è anche una maniera per capire meglio il paese che si visita.
G: Raccontaci un momento indimenticabile del tuo viaggio.
A: Non riesco a concentrare la visione del mio viaggio su un singolo momento, ho diversi istanti indimenticabili. Devo ammettere che la luce e il silenzio di queste terre mi hanno conquistato. Eh sì, la luce sempre presente e forte nel mese di giugno è un elemento con cui entri quasi subito in sintonia e che ti da una carica notturna speciale, tendi a perdere quel desiderio di coricarti e quasi non hai paura di far tardi, di sbrigarti e di arrivare, non ce n’è davvero bisogno! Non ero ancora salito a queste latitudini durante il solstizio d’estate, il primissimo incontro con il sole che non cala mai è stato per nulla traumatico e grazie anche alla stanchezza del viaggio ci siamo addormentati tutti e tre senza neanche bisogno delle tende oscuranti.La sensazione che si prova è che nel cuore della “presunta” notte ti alzeresti dal letto per uscire e salire sulla montagna alle tue spalle. Ma non lo fai soltanto perché c’è tempo... qui il tempo non manca, scorre diversamente. Stranamente abbiamo notato che in Groenlandia, forse grazie al cielo sereno, al riflesso dei ghiacci e del mare i raggi solari hanno un’intensità molto forte anche durante le ore più piccole... sole e luna sono presenti nel cielo, ma stavolta l’intruso non è il satellite pallido!
Come dicevo poi c’è il silenzio, quella pace che ti fischia nelle orecchie. Ci sono villaggi in Islanda in cui pensi di essere solo, che i pochi abitanti ti stiano osservando da dietro le finestre mentre si chiamano al telefono per spargere la voce del nostro arrivo. Ci siamo chiesti tante volte dove realmente si trovasse la gente, si vedevano case abitate ma senza luci o rumori, macchine parcheggiate, tricicli e giochi senza bambini, chiese o locali vuoti, ogni tanto un soffice vociare ma senza volti. Una notte abbiamo pernottato in una piccola locanda a Ólafsfjörður, eravamo gli unici passanti in quel piccolo abitato, avevamo l’intera struttura a nostra disposizione, anche la stessa proprietaria si è dileguata prima di cena, una foschia da cittadina fantasma, un indimenticabile strano silenzio. Questo è il Nord.

Alessandro e famiglia... in viaggio! - © Alessandro Appodia



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