Grom da artigianale a multinazionale

Creato il 01 ottobre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

GROM, il gelato artigianale torinese, diventa di proprietà della multinazionale Unilever

Con sessantasette punti vendita in Italia ed in tutto il mondo, il noto marchio di gelati di Torino, nato nel 2003 per una felice idea imprenditoriale, oggi si vende alla Unilever.

Si tratta di GROM, idea di Federico Grom e di Guido Martinetti, che ha fatto discutere in passato (quando il Codacons ha definito i suoi prodotti “non artigianali”) ma che ha rappresentato in ambito di arte gelatiera una vera e propria eccellenza: la filosofia che ha ispirato il primo punto vendita, basata sulla qualità della materia prima e su gelati fatti con prodotti provenienti da un’azienda agricola biologica di proprietà della stessa società, si è trasformata col tempo in un esempio vincente (per non dire “da scuola”) di “storytelling”. Che, per altro, ha modificato il modo di vendere gelato, per lo meno, in tutta Torino. Marketing applicato all’immagine di un’impresa, che l’ha arricchita di suggestioni e di punti di forza di cui il pubblico internazionale è andato pazzo, e va pazzo tutt’ora.

Un occhio allo “Slow Food”, l’atmosfera al tempo stesso pulita e da piccolo punto vendita ma con l’approccio da grande catena, è un mix di elementi che ha permesso ai due torinesi di esportarsi dagli Stati Uniti al Giappone: ma oggi la totalità delle azioni dell’azienda passano in mano ad uno dei produttori principali, a livello globale, di gelati industriali.

Unilever è infatti la Corporation proprietaria di marchi come, tra gli altri, Algida, Carte D’or, Cornetto, Ben & Jerry’s e Magnum: per non parlare di categorie merceologiche svariate, dai prodotti di bellezza ai casalinghi. È una di quelle realtà enormi che sembrano porsi in modo diametralmente opposto a tutto ciò che era GROM: un sogno qualitativo realizzatosi e fortemente declinato all’italianità contro un gigante, certo attento alla qualità, ma abituato ai grandi numeri ed alla quantità.

I termini dell’accordo non vengono resi pubblici, ma i due fondatori rimarranno alla guida della loro creatura, definendo il nuovo “assetto societario” come “straordinaria occasione per continuare il percorso virtuoso che ha caratterizzato la loro storia”. GROM continuerà a “partire dall’agricoltura e, scegliendo le migliori materie prime, a valorizzare il gelato italiano di qualità portandolo nei più importanti mercati del mondo”.

Guido Martinetti, in proposito, ha dichiarato: «Continueremo ad utilizzare i migliori ingredienti provenienti dalla nostra azienda agricola biologica Mura Mura e quelli realizzati dai nostri fornitori, e manterremo la produzione a Torino, per continuare ad offrire ai nostri consumatori i gelati ed i sorbetti che amano. Siamo orgogliosi di aver la possibilità di lavorare insieme ai migliori manager di Unilever, perché siamo certi che grazie alle loro competenze e alla loro conoscenza dei mercati internazionali riusciremo a realizzare il sogno, nato 12 anni fa in un piccolo negozio nel centro di Torino, di portare il gelato italiano di qualità nel mondo».

A concludere le dichiarazioni lo stesso Federico Grom: «Questo è un traguardo importante per GROM perché ci permette di realizzare le nostre ambizioni. Unilever è una realtà internazionale con importanti radici in Italia e una forte conoscenza del nostro mercato, dove è presente da 50 anni. Riteniamo che Unilever, con la quale condividiamo valori fondamentali, come la cura della qualità e della filiera agricola, sia il partner giusto per fare un ulteriore passo in avanti, e portare così il nostro brand ed i nostri prodotti in nuovi paesi».

La buona notizia è che, al di là di qualsiasi dubbio, sembra che la filosofia e l’eccellenza di un marchio che ha, come proprio punto di forza, la materia prima, rimarrà sul territorio torinese e con l’assetto per il quale è diventato famoso.

In più, la sua leadership di mercato avrà ormai una “potenza di fuoco” molto più grande. Vedremo cosa cambierà e cosa resterà uguale: di sicuro potremmo essere stati i primi a vedere la nascita di un nuovo franchise di dimensioni paragonabili a Starbucks o catene come Exkì o, perché no, McDonalds’.

Tags:grom,Unilver

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