In Italia da circa 18 mesi, pratica quello che universalmente viene chiamato “social shopping”, e in periodi di crisi è ancora più ambìto.
Pensiamo ad un coupon col quale, con soli 19euro si va a cena in coppia, oppure con soli 9euro si acquista un abbonamento di 5 docce solari, e così via…
E’ evidente però che non tutto può necessariamente andare sempre per il verso giusto e capita che il servizio erogato non sia all’altezza delle attese, o della presentazione nel coupon, accade che l’azienda erogatrice del bene o servizio sia poco seria ed il cliente non rimanga soddisfatto, nulla di irrimediabile, ma un problema che Groupon dovrebbe affrontare e gestire, forse con più attenzione stando alle lamentele che si stanno moltiplicando in rete.
Malcontento tra gli utenti, ma anche fra le aziende che dovrebbero erogare i servizi, le quali spesso si trovano schiacciate da un’eccessiva richiesta che non riescono a evadere.
Infatti da quanto si dice Groupon spesso mette in vendita un numero molto più elevato di coupons rispetto a quanto concordato con i venditori, che peraltro riceverebbero un compenso soltanto del 50% dell’importo del coupon.
Ne ha parlato addirittura il Daily Mail, che ha messo in risalto le lamentele dei clienti inglesi.
Per esperienza personale posso affermare che probabilmente la gestione del cliente non è il pezzo forte di Groupon, che ha certo il merito d’aver introdotto un’enorme innovazione nella vendita online, creando anche una nuova mentalità nell’acquisto, e facilitando le fasce economicamente più deboli della società.
Ma… una volta venduto, quel che viene dopo è un po’ lasciato al caso…
I clienti scontenti ci sono e i venditori pure, perché non prendere spunto dalle lamentele per migliorare?
nanni