Guai di viaggio (3)

Creato il 08 dicembre 2012 da Patrickc

guai, truffe, problemi che capitano in viaggio. L’ultimo capitolo.

(Pushkar, India di Patrick Colgan)
E’ un posto bellissimo, ma è meglio stare attenti

Visto che viaggiare arricchisce sempre, ma capitano anche esperienze poco piacevoli (a me mai pericolose, però) e che amo le classifiche, continuo con la terza e ultima puntata della top ten delle truffe e dei guai di viaggio. Con un’avvertenza. Nulla di questo ti deve impedire di vivere il viaggio come un’esperienza di crescita e di vivere l’incontro con altre persone con fiducia e apertura. Servono solo prudenza e buon senso. Buttandomi alle volte sono stato un po’ preso in giro o sono rimasto un po’ con l’amaro in bocca, altre volte ho vissuto esperienze indimenticabili.
Puntate precedenti:

Truffe di viaggio 1 (10 tassa del turista, 9 la foto imperdibile);

Truffe di viaggio 2 (8 shopping, 7 ti faccio da guida).

Ed ecco la scalata alla poco invidiabile vetta e qualche consiglio per evitare le truffe.

E tu? Quali altre brutte esperienze hai avuto in viaggio? Lascia un commento

La top 6 delle truffe di viaggio

6. L’offerta

Siamo ancora a un livello innocuo. Accade in molti paesi (a me è successo in India). Mentre visitate un tempio e vi siete affidati a una guida turistica questa insisterà per portarvi da un sant’uomo o un sacerdote, il quale naturalmente vi chiederà una consistente offerta per il tempio o per altre azioni caritatevoli: il che andrebbe anche bene, ma siamo sicuri che i soldi andranno davvero a questi scopi? Quello che è certo è che la guida prenderà una percentuale.

5. La truffa del teatrino

Vero o finto sadhu a Varanasi? Di sicuro era fotogenico (foto di Patrick Colgan)

Siamo ancora alle truffe senza grosse conseguenze. In India - ma mi hanno raccontato di situazioni simili in Sudamerica - capita per esempio che ti assicurino di assistere a un rito assolutamente imperdibile o di essere condotto al cospetto di un sadhu (santone) o che ti facciano una benedizione (sucede a Pushkar). Spesso è tutto montato ad arte per il turista e naturalmente vi chiederanno dei soldi, in genere comunque non grandi cifre. E tu ti sentirai un po’ sciocco. Valuta bene se partecipare a queste situazioni, anche se non potrai evitarle del tutto. Semplicemente non andare a cercare finte ‘vere esperienze’: quelle capitano per caso, naturalmente, senza cercarle e senza dover pagare alcunché.

4. La tassa

Siamo già vicini al podio. A questa truffa, in realtà piuttosto comune e apparentemente innocua, sono legati ricordi un po’ inquietanti. Senza contare che ‘snatura’ completamente i luoghi e il rapporto con le persone. Accade semplicemente che alle volte ci sia gente, organizzata, che vi chiede dei soldi per visitare un posto o per fare fotografie, e che ve lo chieda in maniera totalmente arbitraria. Chiedere soldi in maniera quasi ‘mafiosa’ (e che sicuramente non finiranno a chi state fotografando o alle persone del posto) mina il concetto di incontro, di viaggio e anche qualsiasi proposito di turismo sostenibile. Certo va capito il fatto che ci siano persone che chiedano qualcosa a turisti per i quali un euro cambia poco, ma la violenza, anche dell’atteggiamento, non è accettabile in alcun modo.

Il ricordo ‘inquietante’ di cui dicevo è legato sempre all’india, a Manikarnika ghat, dove gli indù tengono i loro roghi funebri. Ero indeciso se fotografare o meno, tanto il luogo era impressionante, nella notte. I corpi, le fiamme, l’odore intenso, i canti. Avevo la sensazione che prendere in mano la macchina significasse ‘violare’ in qualche modo la sacralità di quel posto magnetico, ipnotizzante. Un’esperienza fra le più intense dell’India.

Come altri stranieri venni però presto preso di mira da un gruppo di ragazzini che mi chiese soldi per un fantomatico ‘permesso’ per  poter fare le foto, anche solo per restare lì. Al mio rifiuto netto – perché non esiste alcuna tassa di questo tipo e non ero interessato –  fui tenuto d’occhio tutta la sera (controllavano che non scattassi), mentre un americano che probabilmente aveva pagato fotograva liberamente col flash a mezzo metro dai roghi in maniera anche un po’ eccessiva. I ragazzini mi presero di mira e mi seguirano anche quando mi allontanai. Un ragazzino può sembrare innocuo, ma quando sei pedinato per vicoli bui da venti ragazzini comincia a diventare inquietante. Mi raccomando: non pagate mai.

3. Bevi qualcosa?

Questa truffa comincia a essere preoccupante e pericolosa. In molte città ad alta densità turistica – ma non solo –  capita di venire affiancati da persone molto loquaci che dicono di voler solo far pratica con l’inglese (strano perché in genere lo parlano benissimo), appiccicandosi a voi e facendovi parlare e parlare e parlare. Poi vi propongono di andare a bere qualcosa. Qualche volta è davvero così – mi è capitato - ma spesso finirete in un negozio di tappeti. O peggio. In ‘truffato a Istanbul’ (di questi documentari, che mi lasciano un po’ perplesso, ho già scritto), Conor Woodman mostra gente che casca in una truffa simile, va a bere in un locale notturno e al termine della serata si trova con un conto astronomico e minacciato dai buttafuori. Non ci sono mai cascato, ma gli effetti sono chiaramente devastanti. Ho sentito racconti simili di ragazze che spennano gli uomini d’affari europei a Tokyo, nel quartiere di Roppongi, sparendo nel nulla una volta pagato il conto dello champagne. In genere semplicemente diffido di chi mi avvicina per la strada o in un bar. E alle volte mi sento anche in colpa per questo. Non fidatevi mai dei procacciatori di clienti e scegliete voi i locali, i bar, i ristoranti (perché vi piacciono, perché li avete visti su una guida, oppure chiedete suggerimenti a gente del posto o al vostro albergo) ed evitate i luoghi troppo turistici.

2. I furti e le rapine

Più un luogo è turistico, più rischiate di esser derubati. Non tenete tutti i soldi e le carte di credito nello stesso posto, non date nell’occhio. Nei luoghi affollati tenete borse e zaini davanti a voi. Non appoggiate zaini o macchina fotografica sotto il tavolo o fra i piedi, ma al limite sulle ginocchia. E non fidatevi di chi vi propone di prendere in mano la vostra macchina fotografica per farvi una foto: ho visto ladri prenderla in mano e darsela subito alle gambe. Ci sono incredibili artisti del furto. E anche io ne ho fatto le spese. E poi fate attenzione quando usate auto a noleggio, spesso sono ‘tenute d’occhio’. In genere i posti peggiori e con più furti – secondo l’esperienza personale e di amici – sono le città europee turistiche, come Parigi, Barcellona, Lisbona mentre è molto difficile per cultura che succeda nei Paesi musulmani (dove prevalgono le piccole truffe).

1. I taxi disonesti

Forse è una sorpresa trovare i taxi al primo posto di questa poco invidiabile classifica, ma è la frequenza delle truffe a imporla. Non me ne voglia la categoria dei tassisti italiani (sui quali potrei comunque citare qualche aneddoto), ma all’estero moltissime truffe ruotano attorno ai taxi. Il fattore di rischio è che quando si sale sull’auto di qualcunoci si ‘affida’ completamente all’autista. In tantissime città i tassisti si limiteranno ad allungare il giro a dismisura, a inserire supplementi poco chiari o a imprimere un’accelerazione al tassametro facendovi pagare il doppio o il triplo. Per questo sono famosi i tassisti di una città molto sicura e accogliente per tanti altri aspetti, Atene (c’è addirittura una App per controllare con il gps il costo ‘reale’ del tassametro). E li ho visti all’opera personalmente: avrei dovuto filmare un tassametro turbo che è schizzato a 60-70 euro per una corsa notturna dal Pireo alla città (più del doppio del normale). In India ho sentito racconti (riportati anche su alcune guide) di tassisti che non portano i turisti e i viaggiatori all’albergo che hanno chiesto, ma ad un altro, in zone poco frequentate della città. Immaginate l’inquietudine e lo spaesamento di trovarvi a notte fonda in una zona di Delhi che non conoscete…  In ‘Truffato!’ il solito Woodman, infine ci mostra tassisti che spacciano banconote false a Buenos Aires. Per non parlare dei taxi ‘non ufficiali’ che spesso vi fanno pagare una fortuna: all’aeroporto Kennedy di New York loschi figuri cercano di allontanare i turisti dalla fila dei taxi gialli mostrando una strana tessera di riconoscimento e portandoli verso le loro auto. Non cedete!

Alcuni consigli: informatevi prima sui costi (spesso c’è una tariffa fissa) all’immancabile domanda “E’ la prima volta che venite?” rispondete sempre che è la seconda o la terza (penseranno che è più difficile raggirarvi) e non dite mai esattamente quanto restate e dove andate. E’ bello chiacchierare con i tassisti, ma non fornite troppe informazioni su di voi. Quando possibile fate chiamare i taxi dal vostro albergo: in genere è una garanzia di sicurezza ed equità. E soprattutto usate altri mezzi pubblici, in genere sono molto più interessanti ed economici e quasi sempre sono la soluzione migliore.

Da Conor Woodman, truffato a Buenos Aires (Scam cities) - scambio di soldi veri con falsi sul taxi.

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