Guardami

Da Paultemplar

Guardami di Davide Ferrario rappresenta un caso più unico che raro nella storia della cinematografia italiana; a mia memoria non era mai successo che un film contenente scene di sesso esplicite finisse per mettere d’accordo pubblico e critica superando per una volta l’ostracismo verso il sesso non simulato ma reale da sempre esistente verso pellicole confinate nell’hard.
Già il tema trattato è di per se molto scabroso: uno sguardo al modo dell’hard e della pornografia, popolato da un universo sconosciuto alla stragrande maggioranza delle persone.

Due intense espressioni dell’attrice Elisabetta Cavallotti, che interpreta Nina

Un universo in cui si muovono persone che hanno scelto di vivere “vendendo” il proprio corpo allo sguardo lubrico di un sottobosco popolato da voyeur e guardoni e in cui gli attori e le attrici spesso sono costretti a vendere la propria dignità assieme a quel corpo che diventa un accessorio messo in mostra nelle maniere più oscene e più degradanti.

Ferrario va oltre questa rigida schematizzazione che ho indicato; lui analizza con occhio attento e freddo la vita di una delle protagoniste del mondo dell’hard, la bella e intelligente Nina seguendola nel suo quotidiano vivere tra privato e lavoro, che spesso finiscono per coincidere lasciando la persona priva di un’identità reale, quasi che il mondo dell’hard finisca per diventare l’unico mondo conosciuto dalle persone che lo frequentano, che all’interno di quel mondo stesso finiscono per trovare amicizie e amori, gioie e terribili disillusioni.

Nina e la sua compagna Cristiana

La Nina di Ferrario è una donna colta, che ha scelto il suo lavoro e che quindi non ha subìto imposizioni da nessuno: forse è una donna con un disperato bisogno d’amore o forse è solo una donna terribilmente indipendente che sfida il mondo colpendo le convenzioni sociali e scegliendo di vivere la propria vita in modo totalmente anticonformista.
Nina vive un rapporto d’amore con Cristiana, frequenta club e amicizie di ogni genere ed è quindi una donna assolutamente emancipata.

Fabio sul set di un film nel quale lavora Nina

La donna ama il proprio lavoro o quanto meno lo accetta forse perchè la sua è stata una scelta non imposta; la seguiamo mentre si esibisce in spettacoli live in cui nulla è lasciato all’immaginazione, inclusa una fellatio ripresa in primo piano.
Ma il mondo di cristallo di Nina è destinato a mutare radicalmente il giorno in cui dopo un esame clinico scopre di avere un cancro; la malattia ovviamente influisce in maniera determinante sul carattere della donna che scopre la propria fragilità e che con il passare dei giorni e dopo i trattamenti chemioterapici vede il proprio corpo mutare.
Ora Nina non può lavorare come prima e poco alla volta lo spettro della malattia e l’icognita di un male che ti può portare alla tomba segnano inevitabilmente il suo passaggio ad una fase di dolorosa e sofferta presa di coscienza di se stessa.

L’incapacità di lasciarsi andare

La donna si mette in discussione ma accade anche un avvenimento che muterà ancora una volta il corso degli eventi.
Durante una seduta di chemioterapia, Nina conosce l’insegnante Fabio, anch’esso malato ma in maniera molto più grave.
Tra i due sembra nascere qualcosa di più profondo, ma la donna sa che il suo lavoro è un ostacolo quasi invalicabile per un rapporto di coppia.
Così invita Fabio a seguirla sul lavoro e l’uomo scopre i suoi reali sentimenti: a lui non interessa in fondo quello che la donna fa, la ama e tanto sembra bastargli.

La drammatica scoperta della malattia

Ma la malattia lo porta alla morte, mentre per Nina ci sarà il raggio di luce dell’uscita dal tunnel del cancro.
Davide Ferrario gira Guardami nel 1999, portandolo alla 56ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il film suscita polemiche più per la rappresentazione già citata di alcune scene di sesso dal vivo che per la tematica del film, che a giudizio unanime è assolutamente ben affrontata e diretta.
Il regista di Casalmaggiore affronta il film con occhio freddo e indagatore, evitando il facile pietismo in agguato quando la storia scende sul personale con la descrizione della malattia di Nina; l’inevitabile crisi personale di Nina è affrontata senza sentimentalismi e Nina stessa viene ripresa nel tentativo di superare gli ostacoli che il cancro inevitabilmente le pone davanti con l’atteggiamento che la donna assume, ossia con la consapevolezza che ha da affrontare una battaglia da vincere.

Sola con se stessa

Ispirato in qualche modo alla figura di Moana Pozzi, la pornostar più famosa del cinema hard italiano, Guardami riflette le doti della sfortunata attrice ligure morta ufficialmente per un cancro al fegato a soli 33 anni.
Moana Pozzi, donna intelligentissima e colta, di buona famiglia, scelse liberamente la sua professione come più volte raccontato ai cronisti cHe le chiedevano il perchè di scelte di vita così radicali.
Il personaggio di Nina per certi versi riflette proprio quelle che erano le caratteristiche peculiari di Moana Pozzi; la differenza è solo fisica e non potrebbe essere più netta.
Elisabetta Cavallotti, la Nina di Guardami è fisicamente distante anni luce dalla Pozzi; è bruna mentre Moana era bionda, fisicamente minuta mentre Moana aveva un fisico da pin up.

L’esibizione in uno spettacolo hard dal vivo

L’interpretazione della Cavallotti è intensa e assolutamente professionale; messa di fronte a scene che avrebbero turbato molte sue colleghe, la Cavallotti si cala nella parte senza remore psicologiche caratterizzando il suo personaggio al meglio.
Interpreta con coraggio le scene più difficli, che avrei voluto riproporre per coloro che non hanno visto il film ma che per ragioni di opportunità preferisco non mostrare.
C’è ancora un fortissimo disagio per le scene di sesso, pur in tempi in cui lo stesso è mostrato in tutte le salse su una pletora di siti internet; in fondo non è cambiato molto dai tempi di Ultimo tango a Parigi nonostante siano passati 40 anni.
Il film di Ferrario è coraggioso e ben fatto, rappresentando un tentativo assolutamente non velleitario di guardare il mondo del porno dall’interno.

Il mondo di cristallo di Nina

Per certi versi anche se molto alla lontana ricorda Hardcore, il film di Paul Schrader edito nel 1978 che racconta una storia ambientata proprio nel mondo dell’hard.
Film assolutamente diversissimi tra loro che però hanno il pregio di essere scomodi nella loro visione dell’universo hard.
In ultimo, segnalazione per Flavio Insinna che interpreta Fabio: se la cava bene, con misura.
In quanto alla Cavallotti, secondo me ha pagato un tributo altissimo alle scene hard del film; pur essendo attrice di spessore, ha avuto un proseguimento di carriera con il freno a mano tirato.

Fabio e Nina sul lettino d’ospedale dopo la chemio

Guardami
Un film di Davide Ferrario. Con Elisabetta Cavallotti, Flavio Insinna, Stefania Orsola Garello, Yorgo Voyagis, Angelica Ippolito,Luigi Diberti, Claudio Spadaro, Augusto Zucchi, Giorgio Gobbi, Luis Molteni, Gianluca Gobbi, Marco Minetti, Pierpaolo Lovino, Vladimir Luxuria, Alex Mantegna, Alessandro Riceci, Antonello Grimaldi Drammatico, durata 95 min. – Italia 1999

Momenti di tenerezza

Il rovescio della medaglia: esperienze estreme di bondage nel mondo dell’hard

Elisabetta Cavallotti: Nina
Stefania Orsola Garello: Cristiana
Flavio Insinna: Flavio
Gianluca Gobbi: Dario
Claudio Spadaro: Baroni
Angelica Ippolito: madre Nina
Luigi Diberti: Castellani
Yorgo Voyagis: padre Nina
Antonello Grimaldi: Joe
Luca Damiano: se stesso
Vladimir Luxuria: presentatrice
Luis Molteni: Max

Regia Davide Ferrario
Soggetto Davide Ferrario
Sceneggiatura Davide Ferrario
Fotografia Giovanni Cavallini
Montaggio Claudio Cormio
Musiche Giorgio Canali
Scenografia Alessandro Marrazzo


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