Guardiamoci dai "giornalisti responsabili". Ma anche dai mistificatori

Creato il 19 giugno 2012 da Zfrantziscu
Una “stampa responsabile”, come piacerebbe a una parte della politica (sempre quella che pro tempore comanda), sarebbe insopportabile. E, tutto sommato, a rischio di servilismo. Dio ce ne scampi e liberi, dunque, da giornalisti e da editorialisti “responsabili”: volenti o nolenti rischiano di mettere a morte la libertà di stampa e con essa la democrazia. L'unica responsabilità che debbono assumersi, gli uni e gli altri, è di raccontare i fatti come sono o come a loro appaiono e, semmai, di commentarli dicendo con chiarezza che si tratta di un parere, non la obbiettiva realtà dei fatti. Pistolotto necessario per non correre il rischio di essere messo fra coloro che addebitano alla stampa colpe altrui. I giornalisti, e i commentatori, non hanno colpe quando scrivono della corruzione di questo o quel politico, di questo o di quel giocatore di calcio, di questo o di quell'amministratore delegato. Ne hanno, e sono gigantesche, quando inventano fatti, o di proposito li travisano, in modo da poter sostenere una tesi. In questo modo di fare, l'informazione, la sostituzione del conosciuto allo sconosciuto, il certo all'incerto, è l'ultima delle preoccupazioni. E il fenomeno non riguarda solo la sfera della politica. Due piccoli esempi di oggi. Su un quotidiano sardo, in prima pagina si trova questo titolo: “Terremoto al largo di Cagliari”. Vai a leggere e scopri che il sisma è avvenuto 234 chilometri dalla città sarda e a circa 200 dall'isola di Minorca nelle Baleari. Una misinformazione, insomma, in cui si bada più a fare sensazione che a dar una notizia. In altra parte, sempre oggi leggi di due rapinatori che avevano “l'inconfondibile accento baroniese-barbaricino”. Posto che questa definizione ha lo stesso valore di un “inconfondibile accento siculo-bergamasco”, che cosa c'entra questa sciocchezza con l'informazione? Comunque sia, si tratta di due episodi che vanno a sedimentarsi su altri e che giustificano la crescente perdita di credibilità dei giornalisti. Un giudizio qualunquista, naturalmente, che non fa distinzione fra quanti seriamente si sforzano di informare e chi no e che fa il paio con il qualunquismo nei confronti di chi fa politica. Politici tutti ladri è lo stesso di giornalisti tutti cialtroni. Se nel campo della varia umanità la disinformazione è senza conseguenze se non per il fastidio che uno prova, nel campo della politica le conseguenze sono molto più gravi e sono tali da rendere più pesanti e quasi non emendabili le responsabilità dei politici che, in fatto di auto-delegittimazione, grazie a Dio, non si fanno mancare alcunché. Per giorni e giorni, siamo stati bombardati da notizie false sulla decisione dei Consiglieri regionali vuoi di aumentarsi le prebende vuoi di far finta di diminuirsele, mantenendole in realtà quel che era prima del referendum. Sappiamo che, in realtà, il Consiglio regionale ha provveduto a diminuire già nel passato gli emolumenti dei suoi membri e di aver deciso un ulteriore taglio del 30 per cento, dopo il referendum. Detto fra noi, a me di quanto prende un deputato del Parlamento sardo non importa un fico secco. Mi importa, e molto, che sappia fare un lavoro adeguato a quanto prende. Resta il fatto che gli emolumenti sono diminuiti e non aumentati e che gran parte della stampa ha raccontato frottole, alimentando il clima di populismo e di qualunquismo già di per sé pesante. Per colpa – non vorrei essere redarguito – dei politici, va da sé, ma non in questa occasione. In questo clima sguazzano politici disinvolti che, chi sa perché?, si pensano tutelati come la moglie di Cesare. Nel suo sito, Renato Soru parla, fra l'altro, del “referendum che infatti aveva cancellato gli emolumenti dei consiglieri regionali”, ma “con l'improvviso voto notturno, tutto è tornato come prima”. Si sa, un politico non ha obbligo di rispettare la verità delle cose. In politica come in guerra tutto è permesso pur di sconfiggere il nemico, anzi, nel caso di Soru, i nemici che, a quel che pare sono molti, principalmente nel suo schieramento. Ho un dubbio: che questa licenza si possa estendere a giornalisti e commentatori, come Marcello Fois che, sempre nel sito di Soru, si lascia andare a una indignata invettiva contro i politici (immagino con l'esclusione di Renato Soru): “Avete guadagnato tanto che potreste permettervi di finirla gratis questa legislatura e invece, nottetempo, provate a riprendervi quanto un consultazione democratica vi ha tolto. Vergognatevi e tornatevene a casa”: Anche qui, la verità delle cose non ha alcuna importanza. Importante è partecipare al linciaggio e alla presa se non della Bastiglia almeno di La Pola. Vuoi che chi ha già salvato una volta la Sardegna non sia capace di farlo una seconda volta?

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