Qualcuno deve partire, e come ogni estate si fa il suo nome. Le fa piacere perché vuol dire che è forte o le dà fastidio sapere di non essere incedibile?
«Tecnico e società non mi hanno mai detto di volermi cedere. Sono soltanto voci».
Nel caso, in quale campionato preferirebbe giocare?
«La Premier League. Ma anche nella Liga mi troverei bene».
E se a chiamarla fosse la Juve?
«Se continuassi a sentire la fiducia dell’Inter, direi di no».
Ora che hanno perso Pirlo, Vidal e Tevez, i bianconeri sono un po’ meno lontani dalla concorrenza?
«La Juve non sarà più la stessa, ma aver vinto per anni fa di loro comunque i favoriti. Anche se il mercato dice che sono un po’ più vicini».
Il Milan invece dal campo che impressione le ha fatto?
«Stanno costruendo una buona squadra. Bacca è potente, veloce, impressionante in attacco. Si muove benissimo anche senza palla, perciò in area riceve sempre tanti palloni».
Più pesante il suo arrivo o quello di Mihajlovic?
«Entrambi. Ho sempre stimato Sinisa, anche da giocatore».
Firmerebbe per il terzo posto?
«No» secco. «Diciamo che dobbiamo tornare in Champions. Parlare di scudetto ora sarebbe esagerato. Zitti e pedalare».
Stare fuori dalle Coppe può aiutarvi?
«Giusto perché avremo testa e gambe solo per il campionato, ma non giocarle mi fa arrabbiare. Sono sempre grandi manifestazioni».
Quanto può aiutarvi avere un Palacio sano e riposato?
«Tantissimo. Rodrigo è sempre stato tra le anime silenziose del gruppo. Con i suoi gol e con il sacrificio anche in difesa».
Con Jovetic e forse Perisic, anche lui dovrà lottare per una maglia. Come lei con Brozovic.
«Ben venga una sana competizione. Con due giocatori forti per ruolo, saremo tutti stimolati a dare il massimo».
In tutta la Serie A, quale è sinora il miglior colpo di mercato?
«Jovetic ha già firmato? Ci ho già giocato contro. Ha grande personalità ed è micidiale nell’uno contro uno».
Su quale compagno della vecchia rosa invece punterebbe per la prossima stagione?
«Kovacic. Ha già fatto vedere grandi cose, ma non è ancora esploso. Con attorno la squadra giusta, può diventare un crack. A prescindere dal ruolo in cui sarà impiegato. Il vero Mateo non si è ancora visto».
Come si spiega il fatto che nelle ultime 2 stagioni ogni volta che avreste potuto dare una svolta vi siete persi?
«Credo sia un problema mentale. Lasciateci vincere 2 o 3 gare di seguito e cambierà. Troveremmo la convinzione che siamo da primi posti».
Perché i tifosi dovrebbero credere che sia la volta buona?
«Perché questo momentaccio non da Inter non può durare ancora. Perché è stato fatto un gran mercato, malgrado i paletti
dell’Uefa. Perché ora Mancini e la società ci hanno dato obiettivi ben precisi».
A proposito del tecnico, quanto peserà il fatto che abbia iniziato il suo lavoro già da luglio?
«Fa tutta la differenza del mondo. Ha carisma ed esperienza. Ora che ha scelto i suoi uomini, può indicarci la strada per tornare ai vertici».
Si aspettava un mercato così?
«Sì. Conoscendo Mancini sapevo che ci saremmo rinforzati. Bisogna dire grazie a Thohir per lo sforzo compiuto».