Non era ancora nato, Luigi Gubitosi, originario di Napoli, quando la sera del tre gennaio del 1954 Fulvia Colombo lesse un messaggio che è rimasto nella storia con la stessa solennità di un annuncio regale: "La Rai Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive". Sessant'anni dopo, Gubitosi festeggerà anche la storia. Lascerà per un giorno conti e bilanci, nomine e digitale dopo essere stato inviato al vertice dell'azienda negli anni della crisi italiana.
Tre giorni fa è stato firmato presso il ministero dello Sviluppo economico l'accordo tra ministero, Agcom e Rai che regola il percorso di completamento della rete di piano "regionalizzato". Non avremo più in giro per l'Italia zone buie per le reti regionali? L'accordo consentirà alla Rai di migliorare e potenziare il segnale riducendone le interferenze che, a partire dallo switch off, avevano creato in alcuni punti del territorio problemi di cattiva ricezione a causa di interferenze. E' particolarmente importante per i Tg regionali. Investiremo venti milioni di euro e, nel giro di due anni, avremo una drastica riduzione di interferenze.
Anche lei gira in auto e ascolta la radio. Spesso anche la qualità del segnale radio Rai è di scarsa qualità. Anche sulla radio stiamo introducendo il digitale terrestre per una maggiore e migliore offerta. Abbiamo già introdotto il Dab+ in Trentino Alto Adige, per settembre lo inaugureremo in Friuli Venezia Giulia e in buona parte della provincia di Roma. Poi svilupperemo il progetto in tutte le regioni, da nord a sud, come se percorressimo l'autostrada del Sole.
Sedi estere della Rai? Che futuro avranno? State per chiudere in città nevralgiche del mondo? Si confondono atti della precedente consiliatura che aveva cancellato molte sedi estere. Questo cda, invece, ha dato corso al potenziamento. In occasione della visita di Papa Francesco in Brasile abbiamo aperto la sede di Rio de Janeiro. In Brasile ci saranno grandi avvenimenti sportivi, dai Mondiali 2014 alle Olimpiadi 2016. La sede Rai in Brasile è anche l'attenzione all'imprenditoria italiana che lì investe e il monitoraggio quotidiano di un Paese che rientra nell'attuale ricchezza dei paesi del Brics. Prossimamente sarà aperto un ufficio di corrispondenza a Washington, così come pensiamo ad un ufficio in Turchia, avamposto dell'area orientale.
La Rai ha avviato anche una sinergia con l'Istituto Commercio con l'Estero? Sì. A Rio de Janeiro i nostri uffici sono ubicati nello stesso edificio dl consolato italiano. Sì cerchiamo di fare sistema con le altre istituzioni.
Conti in rosso. Centinaia di pensionamenti. A questa domanda intendo rispondere con il capitolo della nuova qualità nella gestione delle risorse umane in Rai. Si è chiuso l'accordo sindacale con l'uscita entro il 31 gennaio di 600 dipendenti, di cui 50 dirigenti e 140 giornalisti. E' stata operazione-pensionamento tutta a carico dell'azienda, con una riduzione significativa di costi di 60-70 milioni l'anno.
Depauperamento delle risorse, non le pare? Assolutamente no. Perché noi faremo ripartire carriere con politica meritocratica, faremo ripartire carriere bloccate al 2008 ed eredità di una gestione disordinata del personale. Abbiamo appena nominato una serie di dirigenti sulla base del merito e di questi un piccolo numero sono stabilizzazioni, cioè persone che lavoravano da sempre per Rai in ruoli di responsabilità. Adesso riesamineremo tutte le categorie e le posizioni aziendali partendo dai dirigenti, a settembre, e poi con i funzionari, fino ad impiegati e tecnici.
Discorso tutt'interno all'azienda dove però ci sono anche precari, contratti a tempo determinato... Noi stabilizzeremo i contratti a tempo determinato in anticipo di due anni rispetto agli accordi sindacali. Contestualmente stabilizzeremo in tutte le categorie, collaboratori a partita Iva, distinguendo tra giornalisti e non giornalisti. Stabilizzeremo anche 50 tra programmisti, tecnici ed impiegati.
Come procederete per le nuove assunzioni dei giornalisti? Per i giornalisti è stato appena indetto un concorso interno che si concluderà ad ottobre. Potranno partecipare anche persone che hanno collaborato con la Rai con contratti atipici. La selezione avverrà per meriti e competenze senza alcuna garanzia di automatismo per età, carriera ed altro. Merito e competenza.
Ha mai pensato alla tv greca nei giorni della improvvisa chiusura per crisi acuta dei conti pubblici? Noi guardiamo all'Occidente.
Ma comunque siamo un Paese in crisi profonda. Ci troviamo con i fondamentali diversi rispetto alla Grecia, come Paese e come azienda pubblica radiotelevisiva. I nostri conti stanno sensibilmente migliorando, dopo un 2012 negativo avremo un pareggio di bilancio operativo a fine 2013 e il pareggio a livello di risultato netto nel 2014. Con la riduzione di perdita da 244 a 34 milioni di euro. L'indebitamento Rai di quest'anno è di 560 milioni a fronte del finanziamento del piano di uscite aziendali e degli investimenti. Entro il 2015 la Rai deve diventare sostanzialmente digitale. Quando l'anno scorso ci siamo insediati la Rai era tutta analogica. Il Tg2 è già digitale, così come Rai News che negli ultimi mesi ha fatto registrare un eccellente salto di qualità. Per il prossimo anno saranno digitali anche il Tg1 e il Tg3. Alcuni canali saranno in Hd. In autunno presenteremo anche il nuovo sito delle News della Rai, nuova veste, nuovi contenuti.
C'è un report Mediobanca che suggerisce l'opportunità di puntare sulla privatizzazione dell'azienda. Tutti i principali paesi europei tutti hanno un servizio pubblico radiotelevisivo. Resta essenziale anche per l'Italia dove rappresenta la più grande azienda culturale del Paese.
Due scadenze all'orizzonte: la scadenza del contratto di servizio Rai-Stato a dicembre prossimo e, nel 2016, l'approvazione di una nuova legge per la concessione Rai. Il nostro obiettivo è di chiudere con celerità il nuovo contratto di servizio. La nuova legge del 2016 sarà l'occasione per una riflessione corale nel Paese e dovrà essere preceduta da un intenso dibattito tra tutte le forze civili e culturali del paese. Noi ci ispireremo al royal charter della Bbc. Cioè, per dirla con il motto di John Reith, un servizio pubblico come "la nazione che parla alla nazione". Cioè educare, formare e intrattenere.
Non le pare che sia anche giunto il momento di invertire la tendenza dello show a qualunque costo? Stiamo lavorando ad una fiction su Alberto Manzi, il mitico insegnante del "Non è mai troppo tardi", quando si trattò di alfabetizzare l'Italia. Poi punteremo sui personaggi che hanno testimoniato grandi valori civili come Giorgio Ambrosoli e Adriano Olivetti, ma anche le storie di riscatto del quartiere di Scampia.
La crisi di Radio Rai con il calo nelle classifiche è evidente. Pensiamo ad un piano di rilancio, la tecnologia sarà strumentale, rimetterà al centro della nostra attenzione anche Isoradio e la web radio.
La Rai al Sud e il destino del Centro di Produzione di Napoli come proiezione nazionale e mediterranea., Quali progetti? Festeggeremo con orgoglio i cinquant'anni del Centro di Produzione di Napoli, una bella realtà gestita molto bene. Continuerà a produrre "Un posto al sole" e "Made in Sud". Dall'autunno a Napoli trasferiremo anche le produzioni di "Verdetto finale" e "Alle falde del Kilimangiaro". Obiettivi immediati per un centro Rai molto importante e decisivo.
Intervista di Antonio Manzo per "Il Mattino"