Ai suoi collaboratori e ai consiglieri di amministrazione, il dg precisa di nutrire grande rispetto per le famiglie che pagano con fatica il canone, stremate dalla crisi. L'aumento, però, sarebbe stato di 1,2 euro l'anno (pari a 10 centesimi al mese) perché la Rai avrebbe incamerato soltanto la cifra erosa dall'inflazione. Un importo sopportabile per gli italiani, dunque.
L'impatto sui conti aziendali, invece, sarà molto significativo. Nell'anno del Mondiale di calcio, che costerà 100 milioni, la tv di Stato accuserà un mancato incasso tra i 20 e i 22 milioni. E la perdita suona beffarda per un vertice che, nel 2013, è riuscito a riportare l'azienda all'utile operativo. Ora Gubitosi dovrà trovare altrove le risorse, ad esempio, per dotare il Tg1 di tecnologie digitali e per consolidare l'offerta sui nuovi canali, come Rai 5.
Il ministro Zanonato, sempre via Twitter, rincuora il direttore generale e giura che la lotta agli evasori del canone sarà senza quartiere. Dunque Viale Mazzini potrà recuperare i soldi del mancato aumento dalle tasche di quelli che l'imposta non la pagano mai. Ma Gubitosi è scettico perché - spiega ancora al suo staff - questa battaglia non ha mai avuto un carattere "di sistematicità. Ogni tanto hanno provato a fare qualcosa dentro questa o quella legge, ma senza risultati strutturali. Vedremo a gennaio se il governo metterà proposte credibili sul tavolo".
Lo scetticismo di Gubitosi è condiviso dal sindacato dei giornalisti Rai (l'Usigrai) che ricorda l'importo mostruoso dell'evasione, "pari a oltre 550 milioni". Lo stesso senatore Margiotta (del Pd) - che pure applaude al mancato aumento del canone "perché non bisogna incidere sulle tasche martoriate degli italiani" - chiede che la caccia all'evasore diventi una cosa seria.
Aldo Fontanarosaper "La Repubblica"