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Guerra di genere/ La violenza contro le donne si combatte a scuola e in tv

Creato il 08 maggio 2012 da Antonio Conte

Guerra di genere/ La violenza contro le donne si combatte a scuola e in tvdi Laura Prete su La Stampa, 2 maggio 2012 [ SNOQ ] Anche Susanna Camusso ha sottoscritto l’appello “Mai più complici” (www.ilcorpodelledonne.net) promosso da Lorella Zanardo (fondatrice del blog “Il corpo delle donne” e ideatrice dell’omonimo documentario di successo), dal movimento femminile Se non ora quando e dalla giornalista Loredana Lipperini, per combattere la violenza contro le donne. E l’ha rilanciato dal palco di Rieti allestito per la festa del primo maggio. «Non ne possiamo più di una cultura che pensa di essere padrona dei corpi e delle menti delle donne» ha detto. Lorella Zanardo lo sostiene da tempo e gira le scuole per aiutare i ragazzi a decodificare messaggi e immagini che trasmettono una cultura di sopraffazione. « Nelle scuole parliamo principalmente di rappresentazione e media ma a volte anche di violenza. I ragazzi e le ragazze sono più abituati a vedere la violenza, grazie ai videogiochi. Poi c’è il porno, da cui molti ragazzini maschi in particolare, apprendono la sessualità. I porno di oggi non sono i b-movie degli anni Ottanta, c’è sopraffazione, violenza, poca gioia e godimento. La donna viene disumanizzata, ridotta a un oggetto, questo spinge alla violenza. I maschi a scuola sono spaventati e hanno voglia di capire».

L’appello “Mai più complici”, si rivolge ai media, affinché smettano di chiamare gli omicidi di donne da parte dei propri compagni, “passionali” (perché la passione richiama qualcosa di positivo) e agli uomini, di mobilitarsi “per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore”. «L’ultima cosa che vogliamo – spiega Zanardo – è una colpevolizzazione, una guerra tra sessi. Noi donne siamo abituate all’introspezione ma anche gli uomini devono incominciare, è importante una riflessione di genere sulla violenza. In questi omicidi (di donne da parte di mariti e compagni, cosiddetti femminicidi, ndr) emerge quasi sempre la paura di essere abbandonati, di non essere amati. E’ il colpa di coda del patriarcato, l’emancipazione delle donne quasi acquisita rivela l’incapacità dell’uomo di accettarla». Esistono già alcuni gruppi al maschile che lavorano sulle relazioni e l’origine della violenza, come la rete nazionale “Maschile Plurale”. Poca, invece è la formazione nelle scuole: «Bisogna far partire corsi di educazione alla relazione – spiega Zanardo- , capisco che il governo tecnico ha altre urgenze, ma l’educazione alla relazione non è un’urgenza? Bisogna spiegare ai ragazzi la differenza tra pornografia ed erotismo, che cosa significa relazionarsi, stare all’interno di una coppia senza sopraffare. La tv è fondamentale, perché per molte persone quello che trasmette è “verbo”. Deve tornare ad avere uno scopo educativo».

Uguale è l’analisi delle volontarie del telefono Rosa, da ventiquattro anni impegnate a contrastare questo tipo di violenza: « Si dà una giustificazione eccessiva a questi atti – spiega Laura Vassalli, responsabile delle relazioni esterne – si parla di pazzia, di amore, ma è un problema di cultura. Le donne non sono proprietà privata, vanno rispettate, nelle loro decisioni e desideri». Il telefono Rosa è promotore di programmi di formazione del personale sanitario e di polizia, affinché siano pronti a riconoscere i primi segni di un rapporto morbose, prima che sia troppo tardi: «La situazione è abbastanza grave, di casi di violenza ce ne sono sempre di più ma abbiamo notato sensibilità nelle forze dell’ordine, per lo meno a Roma, dove abbiamo tenuto i corsi. Però il fenomeno della violenza è in aumento e non è un problema che riguarda solo le donne, ma anche i bambini per esempio e gli uomini. Se ne devono fare carico tutti, bisogna combattere insieme».   [ SNOQ ]


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