Guerrino

Creato il 06 giugno 2013 da Renzomazzetti

Angelo, bacia per me mia madre mio padre i miei fratelli anche Evelina e Adalgisa. Di’ a miei amici che si ricordino di me e dei miei figli salutami Walter. (Sbardella Guerrino, anni 28, operaio tipografo, partigiano delle bande di ”Bandiera Rossa”, fucilato nel febbraio 1944 a Roma).

CANZONE    DEL    PRIGIONIERO   DI    GUERRA

Che tristi giorni ho passato

Laggiù confinato nel campo lontano

Come ero sempre affamato,

e come aspettavo quel pezzo di pan,

di rancio ahimè, e quel caffè,

ho preso con volontà,

l’ho bevuto faceva pietà,

R i t o r n e l l o

Non ti potrò scordar,

o prigionier di guerra,

col pagliericcio di terra,

le scarpe rotte ai piè,

ricordi quelle sere,

la nel concentramento,

con i pidocchi a cento,

non mi lasciavan dormir.

Ragazzi orsù c’è l’appello,

formiamo il drappello,

ci voglion contar.

C’è la brodaglia nel secchio,

è sporca parecchio,

ma non ci badar,

il rancio ahimè,

e quel caffè,

ho preso con volontà,

l’ho bevuto faceva pietà,

R i t o r n e l l o

Non ti potrò scordar

o prigionier di guerra,

col pagliericcio di terra,

le scarpe rotte ai piè,

ricordi quelle sere,

la nel concentramento,

con i pidocchi a cento,

non mi lasciavan dormir.

F i n a l e

Ritornerò mammina,

ritornerà il sorriso,

sopra al tuo dolce viso,

che desiderio d’amor.

(Landoberg, 24 aprile 1945, dal Diario dell’artigliere Attilio Tarchi)

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