Da un paio di mesi è uscito nelle librerie un ottimo testo di Tessa Gelisio e Marco Gisotti dal titolo “Guida ai Green Jobs” (Edizioni Ambiente, €. 16,00) che tenta di spiegarci cosa e quali siano gli ecolavori offrendo spunti e suggerimenti utili sia per chi intende (o è costretto) cambiare attività lavorativa che per i giovani che si avvicinano per la prima volta al mondo del lavoro.
Il sottotitolo del libro recita: Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro.
E’ davvero possibile che dopo anni e anni in cui l’ambiente è rimasto un tema relegato ai salotti degli ambientalisti, esso finalmente stia divenendo di dominio pubblico?
Probabilmente no, tuttavia se in un particolare momento come quello che stiamo attraversando si aprono delle strade che riescono a ridurre i nostri consumi contraendone i costi e al contempo offrendo nuovi sbocchi lavorativi ecco che occuparsi di tutela dell’ambiente diventa straordinariamente interessante per molti.
Secondo il Rapporto “Green Jobs” delle Nazioni Unite, attualmente nel mondo, e solo nel settore delle energie rinnovabili, sono 2,3 milioni le persone impiegate, di cui 300.000 nell’eolico, 170.000 nel solare fotovoltaico, oltre 600.000 nel solare termico e le rimanenti nei biocombustibili.
Cambiamenti climatici in corso e crisi economica hanno creato un mix la cui prima via d’uscita sembra essere davvero la strada verso gli ecolavori e questo non solo nei paesi industrializzati.
Un altro dato a favore è quello che vede inconfutabilmente i professionisti di quasi tutti i settori economici coinvolti dalla economia verde.
Infine, ammettiamolo, il livello di consapevolezza ambientale nella maggioranza delle persone è talmente scarso che la situazione non può che offrire enormi vie di sviluppo.
Eppure i professionisti del marketing ci dimostrano quotidianamente come nessun prodotto “tiri” più di quelli contraddistinti da un marchio “verde” che ne sancisca l’assoluta rispettabilità ambientale, i media si sono innamorati dei temi ambientali come mai prima d’ora e il pubblico sta facendo una vera e propria full immersion di ecologia applicata …
Ma torniamo al libro, a mio parere interessantissimo, e che tra le altre contiene anche un'introduzione del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Intanto, a differenza di quello di Al Gore, e nonostante le sue 400 pagine, questo testo è pubblicato in una veste estremamente pratica e ve lo potrete portare ovunque viste le sue dimensioni contenute.
Esso è diviso in due sezioni: nella prima vengono analizzati ben 21 tra settori industriali e sociali sia a livello nazionale che internazionale con approfondimenti utilissimi a farsi un quadro piuttosto completo e utilizzabile come compendio sullo stato attuale della green economy.
Tra i settori si passa dall’analisi sulle energie rinnovabili, alla mobilità sostenibile, all’ industria agroalimentare, all’ecofinanza, alla gestione dei rifiuti, al giornalismo ed editoria ambientale, alla ricerca e controllo ambientale, alla green policy, solo per citarne alcuni.
Ciascuna analisi di settore è preceduta da un’intervista ad un esperto di quel settore che ne analizza lo stato attuale e le prospettive future.
Tra i vari settori, bontà loro, è inserito anche un capitolo sulle Associazioni Ambientaliste, inquadrate però e per fortuna, (avrei dovuto smentire subito gli autori del libro!), non come possibile punto di approdo lavorativo, bensì come terreno utile ad acquisire esperienza, mentalità ed adeguato bagaglio tecnico, almeno per alcune discipline.
Nella seconda parte del libro, che pare essere tra l’altro il primo del genere pubblicato in Italia, vengono invece descritte in dettaglio le 100 professioni verdi più importanti, indicandone le competenze necessarie, i percorsi formativi e le reali potenzialità sul mercato del lavoro.
Tra queste professioni ne troverete alcune a dir poco curiose e divertenti, cito l’eco-parrucchiere e l’eco-chef, ma vorrei soffermarmi invece su alcune figure tecniche che a mio parere sono quelle con maggiori potenzialità di crescita.
Il certificatore energetico: dal 2005 in Italia è obbligatoria l’attestazione di certificazione energetica (Ace) per l’atto di vendita di qualunque edificio. Tale atto può essere rilasciato esclusivamente da una persona in possesso di tale qualifica. Le Regioni si stanno attrezzando per istituire appositi organismi di accreditamento di queste nuove figure professionali.
Solo in Lombardia oggi sono accreditati oltre 9.500 certificatori. La qualifica la si ottiene frequentando appositi corsi di formazione per seguire i quali non è obbligatorio il possesso di una laurea.
Il chimico verde: da diversi anni in Italia si registra un calo di iscrizioni nei settori scientifici come matematica, statistica, chimica e fisica. Ad un giovane che deve ancora scegliere la Facoltà universitaria mi sento di suggerire proprio una di queste discipline perché tra le più richieste dal mondo dell’industria. In particolare quella del chimico, in quanto le competenze di tale figura oggi sono trasversali a moltissime discipline: dal solare, alle bonifiche ambientali, al riciclo dei rifiuti.
Il landfill mining: questo difficile termine sta a significare lo scavo delle discariche per ricavarne materie prime. Forse potrà sembrare un po’ paradossale ma questa potrebbe trasformarsi nel giro di alcuni anni in una delle attività più redditizie al mondo. Le discariche, oggi un problema, in un futuro prossimo, quando la reperibilità delle materie prime diverrà sempre più difficoltosa, potrebbero diventare delle vere e proprie miniere. Senza dubbio già oggi l’attività di riciclo dei materiali crea maggiore occupazione che non il conferimento in discarica o l’incenerimento.
Il risolutore di conflitti ambientali: si tratta senza dubbio di una figura professionale minore, ma la cito con orgoglio visto il rilievo che ne dà questo libro e, soprattutto, perché gli Amici della Terra ne hanno promosso ben 3 corsi formativi a partire dal 2006. L’esperto nella risoluzione dei conflitti ambientali opera nell’ambito della realizzazione di grandi progetti infrastrutturali oppure di bonifiche che coinvolgono un’ estesa parte di territorio e ne gestisce l’opinione pubblica, l’ascolta, parla con i gruppi sociali che di volta in volta entrano in contatto con le aree destinate al progetto. Tale ruolo riconduce anche ad un altro egualmente importante, quello del comunicatore ambientale che sappia poi valorizzare presso le comunità le azioni positive intraprese e realizzate dalle amministrazioni pubbliche.
Senza dubbio allo sviluppo dei green jobs contribuiranno anche alcuni fattori esterni come il nuovo corso USA e quello della Cina e della sua crescente capacità di influenzare i mercati. Non escluderei neppure la recente direttiva europea 20-20-20 che prevede un massiccio ricorso alle rinnovabili entro il 2020. Piaccia o no la green economy indurrà notevoli cambiamenti anche nella nostra economia. Citando sempre i dati di questo libro, oggi si calcola che in Italia siano poco meno di un milione i lavoratori già impiegati nel settore dell’economia verde.
Si prevede divengano 1.500.000 nell’arco di pochi anni.
Siamo alla fine di un anno difficile, quale migliore augurio allora per il 2010 di quello d’intravedere un futuro promettente …
Michele Salvadori
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