Guido Carocci, Lamporecchio

Da Paolorossi

Lamporecchio, ampio e popoloso villaggio che sorge in una valle alle pendici del Montalbano, vicino ai resti di alcune torri di vedetta innalzate dai Pistojesi, non ha grande importanza artistica; viceversa è famoso nelle tradizioni gastronomiche popolari per la bontà di certi piccoli cialdoni, chiamati brigidini, che i suoi abitanti vanno a cuocere a tutte le fiere della nostra regione, formando la delizia de’ ragazzi.

La Pieve di S. Stefano, che ora si ricostruisce di nuovo in forma molto più vasta e ricca, possiede un grandioso e complicatissimo altare in terracotta invetriata de’ tempi di Andrea e Giovanni Della Robbia. Rappresenta la Visitazione di S. Elisabetta, i Santi Rocco e Sebastiano ed è straordinariamente ricco di decorazioni ornamentali.

LAMPORECCHIO — VILLA ROSPIGLIOSI – Foto tratta dal libro “Il Valdarno da Firenze al mare”, 1906

Però ciò che contribuisce a dare un carattere di splendore a Lamporecchio è la Villa Rospigliosi che sorge a cavaliere del paese, circondata da un vasto e delizioso parco e da numerosissimi e comodi annessi.

Papa Clemente IX della famiglia pistojese de’ Rospigliosi la fece edificare col disegno del celebre Bernini; ma il gigantesco e dispendioso progetto dell’insigne artista non ebbe compimento che in parte, donde venne alla villa il nomignolo che porta tuttora di Spicchio.

Ad ogni modo, è uno spicchio imponentissimo, nel quale la famiglia dei Principi Rospigliosi serba tuttora tutti i doviziosi arredamenti che erano degni d’una residenza pontificia.

( Guido Carocci, Il Valdarno da Firenze al mare, 1906 )


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