Peretola, posto sulla sponda del Canale Macinante, scavato fin da tempo remoto per dar moto ad opifici e a mulini, è il primo di questi borghi nei quali l’industria dei lavori di paglia ha costantemente occupato la maggior parte della popolazione.
Peretola, donde venne a Firenze la famiglia del gran navigatore Amerigo Vespucci, è artisticamente importante per la sua chiesa di S. Maria, doviziosamente ricca di opere d’arte e restituita non sono molti anni alla elegante severità del suo antico aspetto.
PERETOLA — IL CHIOSTRO DELLA CHIESA DI S. MARIA (SEC. XV) – Foto tratta dal libro “Il Valdarno da Firenze al mare”, 1906
Sotto il portico esterno, l’affresco che rappresenta S. Antonio abate seduto in cattedra fra S. Jacopo apostolo e S. Egidio, è di Giusto d’Andrea di Giusto, seguace di Benozzo Gozzoli, che lo dipinse nel 1466.
Altri affreschi sono in chiesa: lo sfondo di un altare a destra entrando, nel quale sono una storia di S. Leonardo e le Sante Caterina d’Alessandria e Lucia, venne fatto dipingere da Lionardo Buonafè a’ primi del XVI secolo, quando era spedalingo a S. Maria Nuova: la lunetta colla figura di S. Zanobi è della fine del XIV secolo.
Più interessanti sono le opere di scultura e prima d’ogni altra va ricordato lo stupendo ciborio o tabernacolo nel quale sono magistralmente accozzati lavori di scultura in marmo, in terracotta invetriata e in bronzo. Esso fu fatto fare per la corsìa delle donne nello spedale di Santa Maria Nuova di Firenze tra il 1441 e il 1443 e l’artefice al quale venne commesso dallo spedalingo fu Luca Della Robbia. Basta questo nome soltanto per far rilevare l’importanza artistica di questo ciborio che dalla sua sede originaria venne trasferito nella chiesa di Peretola, allora di patronato di quello spedale.
PERETOLA — CHIESA DI S. MARIA — CIBORIO DI LUCA DELLA ROBBIA – Foto tratta dal libro “Il Valdarno da Firenze al mare”, 1906
Altre sculture pregevolissime sono il fonte battesimale di Mino da Fiesole ed una pila, a proposito della quale si ha il ricordo del pagamento fattone nel 1446 a Francesco di Simone Ferrucci, cui si può molto ragionevolmente attribuire anche l’elegante ciborio marmoreo che serve ora di custodia per l’olio santo.
Annesso alla chiesa di Peretola è un chiostro del XV secolo con colonne joniche, sulle quali poggia una tettoja di legname elegantemente scolpita e adorna di policromie originalissime, ciò che costituisce un esempio de’ più rari e de’ più pittoreschi dei cortili fiorentini de’ primi di quel secolo.
( Guido Carocci, Il Valdarno da Firenze al mare, 1906 )