Guido Carocci, Vico Pisano

Da Paolorossi

Se aspra e selvaggia è la parte superiore di questo sprone del Monte Pisano, sono in compenso floridissime e ridenti le pendici che da oriente e da ponente scendono con dolce declivio verso i piani adiacenti. Alle quercie, ai lecci, alle piante che vegetano spontanee nei boschi, sottentrano vere selve abbondanti di ulivi che costituiscono la ricchezza di questa parte del territorio pisano. Celebri sono infatti i prodotti che in gran copia escono dagli uliveti di Buti, di Vico Pisano e di Calci, i capoluoghi dei tre comuni che attorniano il monte della Verruca.

VICO PISANO — MURA E ROCCA – Foto tratta dal libro “Il Valdarno da Firenze al mare”, 1906

Vico Pisano, al quale si giunge rapidamente da Pontedera, dopo aver traversato il lungo borgo di Calcinaja, è uno dei luoghi più interessanti della regione toscana, non tanto per la giacitura sua felicissima, quanto per i grandiosi avanzi delle sue fortificazioni, degne di essere additate come uno degli esempi più completi e più perfetti dell’architettura militare del XIV e XV secolo. Del XIV secolo era la vecchia rocca pisana sulla punta superiore del colle, ma poi nel secolo seguente fu, insieme al castello, munita di nuove mura e di una quantità di torri e di bastioni collegati fra loro per mezzo di un comodo ballatojo.

Le fortificazioni di Vico Pisano sono un documento parlante, un monumento della competenza profonda che in simil genere di costruzioni possedeva uno de’ più grandi artisti del rinascimento, Filippo di Brunellesco, al quale la Repubblica Fiorentina affidò l’incarico di assicurarle, con ogni mezzo che fosse a sua conoscenza, il possesso del castello conquistato. Oltre alle mura, alla rocca, alle torri, alle porte, Vico Pisano possiede un palazzetto pretorio che ricorda la struttura originaria del XIV secolo ed un’ampia e bella Pieve di carattere simile a quello di molte importanti chiese del territorio pisano, sorte nel XI e XII secolo.

VICO PISANO — ANTICHE FORTIFICAZIONI – Foto tratta dal libro “Il Valdarno da Firenze al mare”, 1906

Il colle sul quale sorge il castello di Vico, s’inalza dall’ampia pianura che, fino alla metà del secolo scorso, era occupata in gran parte dal lago di Bientina, un lago che avendo carattere palustre, rendeva malsana un’ampia plaga di campagna adiacente. Mercè le opere grandiose eseguite dal governo toscano, oggi il lago si è ridotto ad un modesto ed innocuo deposito di acque, che un ampio canale trasporta direttamente al mare, passando di sotto all’alveo dell’Arno, ed i terreni palustri fecondano le messi rigogliose ed i prosperi vigneti.

( Guido Carocci, Il Valdarno da Firenze al mare, 1906 )