Vorrei però soffermarmi su altro, su un passaggio del discorso presidenziale di Wilton Park (alla Royal Society di Londra), in cui viene meglio articolata l’idea – a cui evidentemente la Turchia non ha rinunciato, nonostante la crisi siriana – di un “meccanismo di cooperazione economica pan-regionale” per il Medio oriente sul modello europeo, affiancato da un’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Medio oriente sul modello dell’Osce (un’area in cui non sono consentite le armi nucleari, di cui dovrebbero far parte Israele e Iran).
Un progetto ambizioso e secondo me potenzialmente vincente, ovviamente a guida turca: ma la presenza di Israele – secondo Gül “percepita come isola di apartheid in un mare arabo di rabbia e ostilità” – non lo rende forse irrealizzabile?