Maria Veronica
Nel momento in cui le arti interagiscono e parlano l’una con l’altra, l’incontro è sublime come quando Gustav Klimt usa il suo pennello per descrivere la Sinfonia n. 9 in Re minore di Ludwig van Beethoven. In questi giorni, e fino al prossimo 13 luglio, Milano ospita a Palazzo Reale la mostra dedicata al maestro dell’Art Nouveau ed intitolata Klimt – Alle origini di un mito. Notevole finora l’affluenza con lunghissime code nei giorni di festa e persone che hanno atteso non poco prima di poter ammirare i lavori del pittore viennese: e questo nonostante alcuni commenti negativi di precedenti visitatori rimasti insoddisfatti potessero scoraggiare i meno motivati. Insoddisfazione non giustificabile causata probabilmente dal fatto che, come da programma, l’esposizione dà soprattutto grande spazio agli anni della formazione di Klimt e alle opere dei suoi compagni di viaggio.
In una delle tante sale, a metà del percorso espositivo, è riprodotto il Fregio di Beethoven che Klimt dipinse su tre pareti di una stanza del Palazzo della Secessione a Vienna. L’opera è accompagnata dalle note della Sinfonia n. 9, un po’ troppo irrompente nel volume per una mostra d’arte. Era il 1902, il momento in cui la vita professionale di Klimt si trovava all’apice. L’anno dopo lo stesso edificio viennese avrebbe ospitato una mostra dei suoi lavori. Beethoven era considerato un genio pensatore, una figura tormentata, ed ispirò quest’opera d’arte totale. Troviamo nel fregio la contrapposizione tra bene e male e l’aspirazione al riscatto ideale attraverso l’arte. Vediamo il percorso che il Cavaliere compie per raggiungere la donna e congiungersi a lei, passando nel regno del mostro Tifeo e spogliandosi della sua corazza per immergersi nell’abbraccio con la Poesia. Solo l’arte può dunque guidarci nel regno ideale della gioia pura, sembra dirci Klimt.
Il visitatore che si aspetta di trovare i famosi capolavori di Klimt dipinti su ogni tazza e cartolina rimane deluso. Sono pochi i quadri rinomati nella mostra curata da Alfred Weidinger, in collaborazione con la studiosa Eva Di Stefano. L’esposizione è comunque interessante per conoscere il percorso formativo del padre dell’Art Nouveau. Scopriamo, ad esempio, che la famiglia ebbe un’importanza particolare per l’artista. Le prime modelle sono proprio le sorelle di Klimt. Gessetto nero per Hermine, pastello per Helene e olio su tela per Klara: uno stile per ogni donna. Anche i fratelli Ernst e Georg furono pittori. Con il primo, Ernst, e assieme a Franz Matsch, Klimt istaurò un sodalizio artistico che gli consentì di prendere in carico la decorazione di alcuni palazzi viennesi. I tre frequentarono assieme la Kunstgewerbeschule (la scuola d’arte e mestieri). Ed è qui che Klimt apprese l’arte ornamentale, la sacralità dell’oro bizantino, la tecnica del mosaico e conobbe i motivi decorativi dell’arte greca: elementi che saranno la firma distintiva dei suoi lavori.
«A ogni epoca la sua arte, all’arte la sua libertà», era il motto della Secessione. È quindi il dipinto che deve piegarsi alle arti. Per questo motivo, e richiamando le stampe giapponesi, Giuditta II è un quadro verticale: la parte finale dov’è dipinta la gonna dà l’idea che l’opera potrebbe ancora continuare fuori dalla cornice. La figura femminile tiene tra le mani nervose, realiste, la testa dell’artista che sprofonda nella veste. Se lui fosse Giovanni Battista, lei sarebbe Salomè, la femme fatale. Giuditta è l’eroina ebrea che libera il suo popolo da Oloferne tagliando la gola di quest’ultimo, dopo essere riuscita a sedurlo grazie alla sua bellezza ed al suo vivo ingegno. E così la figura femminile conquista in questo caso un’accezione più positiva. La mostra di Milano, forse un po’ troppo affollata per goderne appieno, ci lascia dunque sensazioni positive e fa in ogni caso crescere il desiderio di conoscere meglio Gustav Klimt e le altre sue opere e, perché no, di andare in giro per il mondo ad ammirarle.
Klimt – Alle origini di un mito
A cura di Alfred Weidinger
In collaborazione per l’Italia: Eva Di Stefano
12 marzo – 13 luglio 2014
Palazzo Reale, Milano
Orario
lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì, venerdì e sabato 9.30 – 22.30
Info
www.klimtmilano.it
Didascalie
Gustav Klimt Acqua in movimento (1898)
Olio su tela, cm 52 x 65
Collezione privata
(courtesy Galerie St. Etienne, New York)
© Galerie St. Etienne, New York
Gustav Klimt Ritratto di bambina (1880)
Olio su tela, cm 43 x 30
Collezione privata
© Alfred Weidinger
Gustav Klimt Madre con due bambini (La famiglia) (1909‐10)
Olio su tela, cm 90 x 90
Vienna, Belvedere, inv. 10501
(legato Peter Parzer, Vienna)
© Belvedere, Vienna
Gustav Klimt Salomè (Giuditta II – 1909)
Olio su tela, cm 178 x 46
Venezia, Ca’ Pesaro
Galleria Internazionale d’Arte Moderna
©2014 Foto Scala, Firenze
Gustav Klimt Nudo maschile (1883 circa)
Olio su tela, cm 68 x 54,8
Vienna, Belvedere
© Belvedere, Vienna
Franz Matsch Ritratto di bambina (1880)
Olio su tela, cm 50 x 33
Collezione privata
© Alfred Weidinger
Franz Matsch Autoritratto (1904)
Olio su tela, cm 120 x 105
Vienna, Belvedere
© Belvedere, Vienna
Ernst Klimt Helene Klimt (1891)
Pastello, cm 85,5 x 55,5
Collezione privata
© Alfred Weidinger