Gustav Klimt, Nudo di donna in piedi vista di schiena, le braccia flesse orizzontalmente, 1917-1918 matita, Collezione privata
Gustav Klimt – Disegni intorno al fregio di Beethoven – allo Spazio Oberdan di Milano (click:MAPPA) fino al 6 maggio 2012. Recensione di Cristina Celario per MAE Milano Arte Expo > In occasione del 150° anniversario della nascita di Gustav Klimt, lo spazio Oberdan in collaborazione con Alef – cultural project management ha realizzato una piccola mostra per omaggiare il grande artista austriaco. Poche opere originali del maestro, in tutto solo diciotto disegni provenienti da alcune collezioni private di New York, che tuttavia, grazie a un buon apparato didattico e documentaristico, guidano alla comprensione del capolavoro klimtiano. >>
La mostra si apre con una sezione introduttiva che ricostruisce clima e motivi della Secessione viennese grazie ad una serie di documenti-oggetti d’arte: sette manifesti realizzati da Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hodler e Leopold Stolba sono accostati ad alcuni numeri di “Ver Sacrum”, rivista secessionista fondata nel 1898.
Pare subito evidente come il mondo della grafica costituisca il campo sperimentale privilegiato per gli artisti secessionisti, una palestra per le loro innovazioni e al tempo stesso un manifesto della interdisciplinarietà artistica e dell’importanza delle arti minori. In particolare “Ver Sacrum” diviene un luogo di diretta sperimentazione artistica: la pagina diventa un territorio franco che si sottrae al confronto con la tela e alle regole della pittura accademica. All’interno di un innovativo formato quadrato, si compenetrano armonicamente testi, illustrazioni e decorazioni, dando luogo a quell’ideale di “opera d’arte totale” dove progettazione, pittura e decorazione si fondono secondo i dettami della poetica secessionista.
Gustav Klimt, Nudo di ragazza vista di fronte, le mani appoggiate sulla guancia, 1908/1909, matita, Collezione privata
Proprio l’idea di “opera d’arte totale” costituisce uno dei motivi fondamentali del Fregio di Beethoven, riproposto parzialmente nella seconda sala dell’esposizione milanese da un team di scenografi e decoratori.
L’opera klimtiana fu realizzata nel1902 in occasione della XIV mostra della Secessione dedicata alla grande scultura in marmo policromo di Max Klinger raffigurante l’apoteosi di Beethoven. Klimt diede vita a una grande rappresentazione allegorica sviluppata su tre pareti lungo24 metriche metteva in scena l’eterna contrapposizione tra bene e male e l’aspirazione al riscatto ideale attraverso l’arte e il rapporto tra uomo e donna. Nell’abbraccio tra il Cavaliere e la Poesia il male viene sconfitto definitivamente, ma per raggiungere la donna e congiungersi a lei, il Cavaliere –personificazione dell’Artista- compie una sorta di viaggio agli Inferi dove sconfigge le forze ostili, rappresentate in particolar modo dalle Gorgoni e dal mostro Tifeo, ibrida bestia dalla testa di scimmia e dal corpo di drago.
Evidenti sono le concordanze tra il contenuto del Fregio e l’interpretazione di Richard Wagner della Nona Sinfonia, secondo la quale solo l’arte e la poesia sono in grado di condurre l’umanità verso una vita migliore, nell’amore e nella libertà.
Tuttavia il Fregio non è solamente una sperimentazione sinestetica dove la musica diventa parte costituente dell’opera, ma anche una sintesi armoniosa di diverse discipline artistiche: all’intonaco sono uniti pigmenti di colore, ma anche pietre dure, madreperla, foglia d’oro, elementi di tappezzeria, anelli, chiodi, schegge di vetro. La pittura diventa ornamento, arte decorativa, anticipando sperimentazioni delle successive generazioni di artisti.
La medesima matericità del Fregio di Beethoven è stata mantenuta nella riproposizione parziale fatta da Maria Porro e colleghi per la mostra milanese: non un affresco vero e proprio, ma un dipinto su un fondo a base di marmo di Carrara con parti intarsiate che tentano di restituire la sensazione degli ori e delle pietre dure. Non vernici industriali, ma polveri colorate animano figure monumentali definite de linee fluenti e vibranti.
Gustav Klimt, Fregio di Beethoven, particolare - Spazio Oberdan di Milano con la mostra Gustav Klimt Disegni intorno al fregio di Beethoven, 3 febbraio - 6 maggio 2012
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Come già avveniva nell’opera di Klimt, i contorni donano movimento alle figure, ma allo stesso tempo le stilizzano, le appiattiscono nelle due dimensioni del supporto, ricordando da vicino esempi della storia dell’arte: come nella pittura vascolare greca o nella pittura egiziana le pareti diventano una fascia dove si allineano in sequenza figure ed eventi, in una ambientazione definita nei minimi termini; dalle stampe giapponesi di Hokusai e Utamaro è derivato invece il segno netto e incisivo.
Lungo le pareti del Fregio si scandiscono donne vecchie, malate, gravide, malinconiche, gioiose e seducenti, in ogni modo solenni e idealizzate nella bidimensionalità dell’esecuzione pittorica. Figure ieratiche che, nel loro eccesso ornamentale, perdono la carica emozionale dei disegni preparatori esposti nelle ultime sale della mostra.
Gustav Klimt, Nudo di donna in piedi con la gamba destra sollevata, 1902 ca., gessetto nero, Collezione privata
Dei trecento disegni che Klimt realizzò per la preparazione del Fregio ne sono esposti diciotto, provenienti da collezioni private newyorchesi.
Il soggetto principale rimane sostanzialmente la donna, colta nei suoi molteplici ruoli: da amante a femme fatale, da futura madre a fragile creatura.
Semplici linee di contorno tracciate a gesso o a matita su carta da pacchi o carta giapponese lucida, definiscono la figura femminile nella sua più naturale grazia e nudità.
Ogni riferimento spaziale è completamente abolito, lasciando spazio ad una linea libera e fluida che con leggerezza evoca le curve sinuose dei corpi.
I contorni sono sottili e ritmici, ora morbidi ora spigolosi, sempre carichi di sensibilità, sensualità ed erotismo, portatori di quell’espressività che spiana la strada a Egon Shiele.
Cristina Celario
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Gustav Klimt. Disegni intorno al fregio di Beethoven
Date al pubblico
4 febbraio – 6 maggio 2012
Sede
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, 20124 Milano
Promossa da
Provincia di Milano
Produzione e organizzazione
Alef – cultural project management
In collaborazione con
Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso
Con il patrocinio di
Ambasciata d’Austria in Italia
Forum Austriaco di Cultura a Milano
Catalogo
Skira
Media Partner
AD
Tasting Partner
Bialetti Industrie
Informazioni al pubblico:
- www.klimtmilano.com, info@klimtmilano.com, T +39 02 45496873/4 – F +39 02 454896873
- Spazio Oberdan, tel. 02 7740.6302/6381; www.provincia.milano.it/cultura
Orari
Martedì e giovedì: dalle 10.00 alle 22.00
Mercoledì, venerdì, sabato, domenica: dalle 10.00 alle 19.30 – Lunedì chiuso
(la biglietteria chiude trenta minuti prima dell’orario di chiusura)
Prevendita:
on-line www.vivaticket.it
call center vivaticket a pagamento: 899 666 805, dal lunedì al venerdì 8.00-20.00 | sabato 8.00-15.00
Pagamenti tramite vaglia postale (esclusi vaglia on-line), bonifico bancario e carta di credito. E’ previsto un diritto di prevendita di 1,00 € sui biglietti prenotati on-line sul sito www.klimtmilano.com e www.vivaticket.it a esclusione delle scuole.
Servizio prenotazione visite guidate e laboratori didattici
- Opera d’Arte, T +39 02 45487400, info@operadartemilano.it
Uffici stampa:
- CLP Relazioni Pubbliche
tel. + 39 02 36755700.it; press@clponline.it – www.clponline.it
- Provincia di Milano/Cultura, tel.02 774063.58/59
p.merisio@provincia.milano.it; m.piccardi@provincia.milano.it
Addetto stampa Assessore, tel. 02 77404393 – f.provera@provincia.milano.it
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Gustav Klimt, Nudo di donna in piedi con la la bocca coperta dai capelli, 1903/07, gessetto nero, Collezione privata