Gustav Klimt e Josef Hoffmann a Vienna

Creato il 18 novembre 2011 da Witzbalinka

Anche se il termine Gesamtkunstwerk proviene da Richard Wagner e serve per indicare il tentativo di fusione tra le arti del teatro, della musica e della creazione plastica in un’opera d’arte totale, il concetto è stato d’importanza capitale per gli artisti della Secessione Viennese, che lo trovarono adatto ad esprimere le loro aspirazioni estetiche.

Tali aspirazioni si materializzarono in modo singolare e rappresentativo nella stretta ed intensissima collaborazione tra i due membri più riconosciuti della Secessione e delle sue prosecuzioni, il pittore Gustav Klimt (1862-1918) e l’architetto e disegnatore Josef Hoffmann (1870-1956), che lavorarono insieme a progetti importantissimi come l’Esposizione Beethoven della Secessione di Vienna (1902) e il Palazzo Stoclet di Brusselles (1905-12), il cui disegno, demandato ad Hoffmann senza nessuna restrizione economica dal milionario belga Adolphe Stoclet, che aveva vissuto un periodo nella capitale austriaca rimanendo affascinato dalle idee estetiche secessioniste, permise di rendere concreto l’ideale di Gesamtkunstwerk moderna, in ogni ogni elemento (tappeti, tappezzeria alle pareti, vetri, argenteria, cristalleria, illuminazione, mobili, accessori ecc.) disegnato da lui in persona e dai suoi colleghi di Vienna, città in cui venne realizzata la produzione degli oggetti.

A questa fruttuosa collaborazione tra Klimt e Hoffmann, all’interno di un programma intitolato Pionieri del Modernismo, il Museo Belvedere di Vienna dedica fino al quattro di Marzo un’esposizione http://www.belvedere.at/en/ausstellungen/ausstellungsvorschau/gustav-klimt–josef-hoffmann-e555 che rappresenta uno dei grandi eventi culturali centroeuropei dei prossimi sei mesi.

Difficilmente si poteva trovare un luogo più appropriato. Non per niente questo impressionante edificio barocco, parte del quale ha iniziato a funzionare come galleria imperiale di pittura ai tempi di Mozart, possiede, tra gli altri tesori incalcolabili, la maggiore collezione di quadri di Klimt del mondo, includendo la famosissima tela de Il Bacio.

La mostra indende mettere in rilievo l’importanza della cooperazione tra i due notevolissimi artisti, che trasformarono la Vienna del passaggio al XX secolo in luogo totalmente affascinate, fascino visto con sguardo consapevole del fatto che tutta quella gran cultura centroeuropea danubiana stava lanciando un vero e proprio canto del cigno precedente alla sua completa dissoluzione a causa della Prima Guerra Mondiale, documentata magistralmente dalla lettteratura dell’epoca, come possiamo vedere ad esempio nel grande sforzo narrativo di Musil cristallizzato in modo memorabile nel sua opera maestra.

D’altra parte risulta illuminante non solo la stretta collaborazione e affinità d’interessi tra i due artisti, ma anche l’influenza esercitata reciprocamente l’uno sull’altro, evidente ad esempio nel celebre ritratto di Fritza Riedler di Klimt, in cui si può notare il tocco di Hoffmann, e l’impegno di entrambi negli Wiener Werkstätte o Laboratori Viennesi, evoluzione della primigenia Secessione Viennese che aspirava alla conversione di tutte le sfacettature della vita umana in un’opera d’arte unificata, la cui espressione più rappresentativa è, probabilmente, il già citato Palazzo Stoclet.

Paul Oilzum


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