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Gustavo Cerati e Soda Stereo: quando il rock latino divenne internazionale

Creato il 08 settembre 2014 da Eldorado

Si è spento, dopo quattro anni di coma, Gustavo Cerati. Il musicista argentino era crollato dopo un concerto a Caracas, il 15 maggio 2010 e per lui la diagnosi era subito apparsa disperata. Colpito da un’ischemia e successivamente trasferito nella natale Buenos Aires, Cerati non si è più svegliato. Giovedì scorso, in mattinata, la morte.
Cerati aveva fatto parte di quella generazione di adolescenti che aveva rischiato di perdersi nelle proibizioni della dittatura ma che aveva saputo invece generare un movimento, nelle arti, capace di sostenere il disincanto e dare speranza. Voce malinconica, aspetto da bravo ragazzo, Cerati fondò i Soda Stereo, gruppo seminale del rock argentino, nel 1983. Galeotto fu il concerto dei Police nel dicembre 1980. Andy Summers, che prese a calci un poliziotto e finì per questo in commissariato, rese palese che anche gli sgherri della dittatura potevano essere presi a calci in culo. Insomma, la musica poteva dare segnali forti. Solo due mesi prima la Giunta militare aveva emanato una lista di artisti proibiti: Mercedes Sosa, Ariel Ramírez, Roberto Cossa, Sergio Renán, María Eléna Walsh, tra i tanti, vengono messi fuorilegge nel tentativo di tappare la bocca alla cultura. Ai bigotti tutori dell’ordine e della censura non sembra però che gli autori di ¨Don’t Stand So Close to Me¨ (i Police stavano promuovendo ¨Zenyatta Mondatta¨) potessero rappresentare un pericolo per le coscienze degli argentini. I Police vengono lasciati entrare nel Paese, suonano e cambiano la percezione dei giovani capitalini.
A partire da quel momento prende forma a Buenos Aires con Gustavo Cerati, Daniel Melero, Héctor Bosio, Charly Amato, Andrés Calamaro, Charly Alberti ed altri la prima scena musicale del rock argentino post dittatura. Videla ed i suoi, dalla formazione dei Soda Stereo, durarono infatti pochi mesi. I Soda Stereo, invece (con Cerati c’erano anche Bosio al basso e Alberti alla batteria) diventano il punto di riferimento di un intero movimento. Fanno sette dischi, dal 1984 al 1995 dapprima influenzati pesantemente dalla new wave sia nei suoni che nell’immagine e poi, piano piano, trovando e affinando il proprio stile. Cerati ne è l’indiscusso mattatore: scrive le canzoni, ne traccia i testi, dà la faccia al pubblico. E per la prima volta in America Latina un gruppo oltrepassa le frontiere del proprio paese per diventare internazionale. Soda Stereo si trasforma in un fenomeno musicale e culturale. Riesce a far cadere le barriere nazionali, i regionalismi e la generazione dei ragazzi degli anni Ottanta e Novanta trova un gruppo che ne interpreta i sentimenti e che li fa cantare. Il trio sforna un successo dopo l’altro: ¨Te hacen falta vitaminas¨, ¨Cuando pase el temblor¨, ¨Prófugos¨, ¨En la ciudad de la furia¨, ¨De música ligera¨, ¨Un millón de años luz¨: non c’è latinoamericano che era giovane in quegli anni che non sappia cantare almeno una di queste canzoni. In ogni paese si consolida sui Soda Stereo quell’isteria tipica dei grandi fenomeni culturali, capace di far gridare e sognare le ragazzine e di far sbuffare i ragazzi dall’invidia. Il gruppo riempie gli stadi, si prende premi musicali e copertine delle riviste, suona in Europa e negli Stati Uniti.
C’è da andare fuori di testa, da perdersi nel successo. Cerati però è curioso delle cose e sta con i piedi per terra. Legge Borges e Blake e per i suoi testi si fa influenzare da Alejandra Pizarnik, la poetessa maledetta morta a 36 annichilata dai barbiturici. Intanto, ascolta di tutto perché, dice in un’intervista, l’ispirazione è ovunque. A partire dagli anni Novanta i Soda Stereo cambiano il loro suono e lo fanno in ogni disco, smontando quanto fatto nel precedente. È come rimettersi in gioco ogni volta. Il pubblico, però, è sempre lì che pende dalle loro note, dalla voce e dalla chitarre di Cerati. Gustavo è infatti l’anima del gruppo e quando le frizioni e le disgrazie, inevitabili, cominciano a diventare insopportabili, decide che la vita utile di Soda Stereo è finita. È il maggio 1997 e da quel momento Cerati si dà ad una carriera solista che lo porta a suonare con innumerevoli nomi del rock. Prima Carlos Alomar, poi con Andy Summers (poteva mancare?) e Vinnie Colaiuta, con cui registra una versione in spagnolo di ¨Bring on The Night¨, quindi con Roger Waters un tema per beneficenza. Da solo pubblicherà cinque dischi, l’ultimo ¨Fuerza natural¨ esce nel settembre 2009, a pochi mesi dal suo ultimo concerto.
Nel 2007, intanto, un tour di quattro mesi ha rimesso insieme i Soda Stereo. Ma è solo un’occasione speciale, per le migliaia di fans che dall’Argentina agli Stati Uniti riempiranno gli stadi. Per Gustavo Cerati si tratta di un tuffo nel passato, un doveroso tributo perché la vita va avanti. Almeno, fino al giorno della fatale ischemia.


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