Masterchef Italia si è da poco disastrosamente concluso. La trasmissione sulla nascita dei nuovi mostri della cucina italiana ha fatto appassionare, per il terzo anno di fila, un sempre più ricco gruppo di spettatori al mondo dell’alta cucina italiana, rappresentata in tv da Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri.
Infatti, non è da tutti purtroppo potersi permettere di pagare la genialità, la creatività e lo stile (l’arte in buona sostanza), che gli chef stellati forgiano nelle fucine dei propri ristoranti stellati.
L’Alta Cucina è singolare. Affonda radici profonde nella tradizione culinaria di una regione o di un paese, ma diventa qualcosa di unico grazie alla reinterpretazione della mano libera di una mente creativa, capace di esprimersi in modo unico su di una tela che ha la forma di un piatto. Questo in sintesi è il lavoro di uno chef, la rock star dei nostri giorni.
COLORTASTE: GUSTO PER L’ARTE
E soltanto questo ha chiesto Alfonso Catalano, fotografo nato in svizzera ma di origini campane, ai 14 chef stellati contattati per il progetto COLORTASTE.
Personaggi illustrissimi nel panorama della cucina italiana, da Stefano Baiocco di Villa Feltrinelli (1 stella michelin), a Moreno Cedroni del ristorante Madonnina del Pescatore (2 stelle michelin), a Enrico Cerea del tristellato Da Vittorio, hanno accettato di scambiare il piatto con una vera tela (un piano traslucido, in verità) e dare libero sfogo alla propria creatività.
Il risultato sono le spettacolari foto riportate nel post. Esse mostrano quanto la creatività degli chef sia molto influenzata dalla pittura astratta di inizio 900, una corrente che nasce dalla scelta degli artisti di negare la rappresentazione della realtà per esaltare i propri sentimenti attraverso forme, linee, colori, e (grazie al cibo) odori e sapori.
Grazie a Michele D’agnano, designer italianissimo di base qui a New York per la segnalazione.