G.U.Y – An ARTPOP film, nuovo singolo e nuova trovata di Miss Germanotta

Da Halfblood @halfblood

Ci sono LittleMonsters e LittleMonsters. 
Da un lato, troviamo quelli che, offuscati solo dal personaggio, videoclip e macchine del fumo vedono in Gaga il nuovo Messia e nel Gagaismo l’unica religione a cui aderire per una vita di trasgressioni, elettropop, artpop, poroppopop, hula hop e cornpop; dall’altro, troviamo i seguaci della Germanotta in quanto artista che, con sano senso critico, riescono a distinguere le valorose gesta dalle colossali boiate in cui può incorrere una star del suo calibro. Con la mente libera quindi da condizionamenti mentali (Illuminati?) e bonificata da qualsiasi giudizio tecnico o fazioso che lasciamo ad altri, parliamo insieme dell’impatto della nuova sfida della MotherMonsters ossia il lancio del nuovo singolo G.U.Y da #ARTPOP.

L’estetismo e le atmosfere paradisiache da Eden pagano, che caratterizza tutto ARTPOP d’altro canto, mi rincuorano e rilassano dopo quella vomitata spregevole e di infimo livello che si è fatta riversare addosso da Millie Brown, massima (e spero unica) esponente della Regurgitation Art, nel live di Austin (per i duri di stomaco il video lo trovate QUI).

Pochissimo da dire sul singolo nello specifico, visto che ha sempre brillato di luce propria fin dall’uscita dell’album; nessuno ha mai sottovalutato lo straordinario appeal del pezzo e il coinvolgimento del ritornello con qualche influenza house, tanto da aspettare questa strategia (anche se io speravo in Gypsy, mio pezzo preferito). Tantissimo da dire invece sul video, tantissimo anche perchè dura ben 11 minuti e quindi pieno pieno di roba da non buttare via eh?

An ARTPOP film” come ci viene presentato (ARTPOP sempre maiuscolo, sia mai lo scrivete minuscolo che non lo so cosa vi succede, forse una saetta in testa da Jupiteeeer) dalla stessa Gaga, un corto di 11 minuti di cui 4 solo per i titoli di coda in cui vengono riportate tante scemenze, inserite solo per fare sugo e così farci ascoltare MANiCURE ancora una volta, continuando a fare promozione su promozione attraverso tutti i mezzi possibili e immaginabili. La promozione, infatti, è fondamentale nell’idea madre del cortometraggio visto che G.U.Y viene eseguita solo dopo Artpop e Venus, riprodotte per intero (come se la seconda ancora non la conoscessimo abbastanza). La storia del corto è tanto inutile quanto criptica, quindi evito di spiegarvela perchè non vi porterebbe alcun giovamento e stanotte potrete dormire comunque sonni tranquilli; vi basti sapere che Lady Gaga è la solita divinità superiore alle altre, da tutti umiliata e bistrattata, finchè non viene portata in una villa stile “Olimpo” (che sapeva molto di set porno con tanto di peripato attorno alla piscina e statue greche ma senza Lele Mora e Fabrizio Corona) dove, con un rito pagano, viene rimessa in sesto e da lì ci catapultiamo in un laboratorio segreto dove vengono clonati tanti bei ragazzi che andranno a popolare il mondo.
AMEN, sempre robe ideate da morfaminomani insomma.

In una non meglio compresa opera di “resurrezione” vengono riportati in vita i corpi di Gesù (e tiè, poteva resistere Gaga senza inserirlo in un videoclip? *Illuminati applaudono*), Gandhi, John Lennon e Michael Jackson. Come sempre, accostamenti molto coerenti e

consoni! In fin dei conti, lo sappiamo tutti che i 4 erano grandi amici da una vita e scambiavano le figurine finchè Gesù non volle  necessariamente scappare nel tempio e farsi crocifiggere, non essendo riuscito nella moonwalking di MJ, suo migliore amico, e perdendo la scommessa!!

 Comparse invece graditissime sono le Real Housewives of Beverly Hills (protagoniste dell’omonimo celebre reality americano) nelle vesti di Muse che armeggiano con strumenti musicali con classe ed eleganza (e molta MILFoneria!).
Ma chi è G.U.Y in questione? Azzardo l’ipotesi che sia Dio/Zeus, il cui viso da aitante fotomodello spunta tra le nuvole sopra il pantheon e parla con una Gaga vestita da drag queen con piume e parrucche ovviamente bianche (e mi stranizzai che non spuntò anche Brignano col suo caffè).

Ma i punti di forza del videoclip, a mio parere, si confermano le coreografie e il corpo di ballo con Gaga in testa che, in latex bianco, balla su una pista con la sua crew, riportandoci ai tempi di Bad Romance a cui inequivocabilmente si fa riferimento.
Un auto-plagio, potremmo dire, assolutamente gradito che ci riporta ai suoi vecchi video un po’ baracconi ma così coerenti al suo stile so glamour con l’aggiunta di tanta bravura ed esperienza in regia e scenografia.

Potremmo continuare a parlare di G.U.Y e del suo video ancora a lungo e questo significa che Gaga, ancora una volta, ha fatto centro regalandoci tanto materiale su cui chiacchierare ma è arrivato il momento di lasciarvi la parola coi vostri commenti che sicuramente fioccheranno, visto l’argomento.

Intanto, ho finalmente capito se ci fosse qualche allusione sessuale al ritornello “I wanna be your Girl Under You” e beh, nel video troverete una vera e propria sessione dedicata alle principali posizioni del kamasutra, simulate dalla Germanotta e dai giovanotti che si sceglie come ballerini.. e mi taccio sulla scena della piscina interna, MI TACCIO.

Buona Visione!

DEVIS.


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