Si muovono tra le isole del Mediterraneo, il Sud America, i Caraibi. Amano Minorca e le sue calette, la Grecia fuori dalle rotte tradizionali, Antigua. Seguono rotte non commerciali, lontano da aeroporti, lontano da mondanità spicciola e assalti turistici. Vecchie case, ville lasciate a se stesse, il fascino dei segni lasciati dal tempo, le storie che esse sussurrano.
Ecco, questo sarebbe il mio ideale di vita. Nomade, lontano dal chiasso, dalla confusione. Niente marchi gridati, niente ristorante a 5 stelle.
La mia esperienza "Gypsetter" l'ho vissuta in Grecia, a Karpathos, 9 anni fa. Tre mesi stupendi. Mare, sole, libertà. Il pescatore che parlava solo greco e qualche parola di italiano, che ci cucinava il polpo alla griglia appena pescato. I segni sulle mani delle donne di Olympos, che cucivano a mano abiti tradizionali e stivali.
La signora vedova, che alla morte del marito aveva trasformato la casa sulla spiaggia di Kyra Panagìa in un luogo di accoglienza del viaggiatore: entravamo in casa sua, ci preparava la tavola come se ci conoscesse da sempre, ci mostrava le teglie in cucina con i piatti preparati nel pomeriggio per chi sarebbe passato da lì. E poi le gite in caicchio in un mare blu trasparente, le foche, le calette. Un caftano, sandali in cuoio cuciti a mano, una collana di antica storia e via.
Una coppia italiana, genovese lei e napoletano lui, avevano aperto un ristorantino a Diafani, tutto azzurro e bianco. In inverno in Italia, in estate in Grecia. Da loro ho mangiato la granita al latte di mandorla più buona in assoluto (fatta da lui, ghiaccio tritato al momento, zucchero e latte sciolto a mano).
Appena riesco a scannerizzare le foto le pubblico.
Ora vado...brunch/aperitivo in Via Marina!