Durante lo spostamento da A a B, stamane, ho notato qualcosa di strano. O meglio. Sarebbe più corretto dire: Qualcuno di strano. Non avrei voluto, cioè, è una cosa che non faccio mai, non avrei voluto, ma, chissà il perché, ho sentito di doverlo fare. Ho alzato lo sguardo verso al terzo-quarto piano del palazzo che mi ritrovo di fronte ogni giorno a circa metà del tragitto. Ad una finestra stava una donna. A prima vista mi sembrava che la testa facesse capolino fra due grandi drappi neri. Ma poi, guardando meglio, ho capito che quelli erano i suoi capelli. Una montagna di capelli le incastonava una testa ferma e dura come la pietra, un viso terreo grigio, cadaverico. Gli occhi sembravano completamente neri. Ma così neri che non solo non riuscivo a distinguere la pupilla, ma quasi mi sembrava che non ci fosse neppure del bianco intorno all'iride. Sembravano gli occhi di uno squalo. E la cosa più inquietante è che sono certo che quella donna guardasse proprio me. Fra quella moltitudine di pedoni tutti uguali il suo sguardo si era proprio preso me, il mio corpo in transito. E non lo sollevava, quello sguardo. Non è che, colta in flagrante si sia imbarazzata o che altro, no. Lei continuava a fissarmi, senza battere ciglio. Così Io mi sono sentito in imbarazzo, ho chinato il capo, ho accelerato il passo sfilando oltre a quel suo palazzo. Là dietro mi sono fermato, a rifiatare. A riflettere. Ed io odio fermarmi per strada.
Durante lo spostamento da A a B, stamane, ho notato qualcosa di strano. O meglio. Sarebbe più corretto dire: Qualcuno di strano. Non avrei voluto, cioè, è una cosa che non faccio mai, non avrei voluto, ma, chissà il perché, ho sentito di doverlo fare. Ho alzato lo sguardo verso al terzo-quarto piano del palazzo che mi ritrovo di fronte ogni giorno a circa metà del tragitto. Ad una finestra stava una donna. A prima vista mi sembrava che la testa facesse capolino fra due grandi drappi neri. Ma poi, guardando meglio, ho capito che quelli erano i suoi capelli. Una montagna di capelli le incastonava una testa ferma e dura come la pietra, un viso terreo grigio, cadaverico. Gli occhi sembravano completamente neri. Ma così neri che non solo non riuscivo a distinguere la pupilla, ma quasi mi sembrava che non ci fosse neppure del bianco intorno all'iride. Sembravano gli occhi di uno squalo. E la cosa più inquietante è che sono certo che quella donna guardasse proprio me. Fra quella moltitudine di pedoni tutti uguali il suo sguardo si era proprio preso me, il mio corpo in transito. E non lo sollevava, quello sguardo. Non è che, colta in flagrante si sia imbarazzata o che altro, no. Lei continuava a fissarmi, senza battere ciglio. Così Io mi sono sentito in imbarazzo, ho chinato il capo, ho accelerato il passo sfilando oltre a quel suo palazzo. Là dietro mi sono fermato, a rifiatare. A riflettere. Ed io odio fermarmi per strada.