H5N1 e l’influenza aviaria: pubblicare o non pubblicare?

Creato il 09 marzo 2012 da Roberto1972

Via Scoop.it – Med News

H5N1 è il virus dell’influenza aviaria che infetta il pollame di molti paesi, soprattutto asiatici, e che in alcuni rari casi può trasmettersi all’Uomo, risultando molto letale. Si sa che nell’ultimo anno due gruppi di ricerca indipendenti sono riusciti a modificare geneticamente il virus, creando un ceppo molto più contagioso per i mammiferi, con lo scopo chiaramente clinico di studiare meglio l’evoluzione dell’infezione in animali da laboratorio, più vicini all’Uomo. Tuttavia la cosa è molto delicata.
E’ infatti (più o meno latente) la preoccupazione che qualche errore sperimentale nei laboratori possa poi avere conseguenze disastrose per la popolazione, vista l’estrema virulenza del nuovo ceppo; così come aleggia lo spettro dei bio-terroristi che potrebbero usare i dati scientifici per costruire delle arme biologiche. Tanto che a dicembre il National Science Advisory Board for Biosecurity (NSABB), cioè il comitato che si occupa della sicurezza biologica negli Stati Uniti, aveva esplicitamente chiesto alle riviste scientifiche Nature e Science, candidate alla pubblicazione delle due ricerche, di non essere troppo dettagliate negli articoli, rendere noti solo i riassunti delle ricerche stesse. Tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso un gruppo interno di esperti in bio-sicurezza, ha poi deciso di permettere la pubblicazione dei dati completi, una volta fatte alcune ulteriori verifiche sperimentali. Allora il NSABB è ritornato alla carica, ribadendo le sue iniziali riserve sulla “delicatezza” di questi dati, pur dichiarandosi pronto a un confronto scientificamente costruttivo (e socialmente sicuro) [ http://goo.gl/zKdgJ ].
Ora, è stata appena pubblicata un’ampia revisione di questo dibattito – scientifico, ma non solo, viste le potenziali implicazioni. E comunque il parere dell’OMS, nel permettere la pubblicazione dei dati finali su H5N1, è stato che “i rischi terroristici sono inferiori ai vantaggi che possono derivare dalla pubblicazione completa delle ricerche, che potrebbero avere importanti e benefici sviluppi con la messa a punto di nuovi vaccini e farmaci contro questa infezione”.
Via mbio.asm.org


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