Ha un senso paragonare il verde pubblico di Londra e di Roma? Nessun senso. Ma noi lo facciamo ugualmente con questo grandioso post

Creato il 04 ottobre 2014 da Romafaschifo
Cosa hanno di diverso da noi le maggiori capitali europee nella gestione del verde pubblico? Tanto. E’ soltanto una questione di soldi e manutenzione? Sicuramente il denaro fa la sua parte, ma altrettanto fanno i cittadini, educati severamente a rispettare gli spazi pubblici, fruiti dalla comunità, per ricavarne un vantaggio per tutti.Sta di fatto che l’educazione del singolo non basta, sono necessarie infatti leggi severe  e punitive perché si mantenga un meccanismo mentale di “rinforzo” nella popolazione, che la spinga ad evitare certi comportamenti. A tal fine è stata citata più volte su questo blog la famosa “Teoria delle finestre rotte”, per la quale un ambiente inizialmente degradato richiama ulteriore degrado ed incita i comportamenti più istintuali e animaleschi negli abitanti del luogo, alimentando una spirale di degrado, sporcizia e illegalità sempre maggiore.  Le gravissime condizioni in cui è precipitato il verde pubblico della città di Roma negli ultimi anni, motivo di scandalo nazionale e denunciate recentemente sui principali quotidiani, mi hanno spinto ad inviarvi questo breve reportage di confronto con la realtà londinese. Essendo reduce da un breve viaggio di lavoro, vi propongo oggi qualche foto del verde pubblico di Londra, città che conta oltre il quadruplo degli abitanti di Roma e che la supera forse di 5-6 volte in estensione, ma che riesce a gestire con una semplicità disarmante, razionale, quasi banale tutto il verde pubblico cittadino, evitando con pochi ma efficaci provvedimenti gli orrori a cui assistiamo quotidianamente nella nostra città. Premetto che la perfezione non esiste, ed anche a Londra si incontrano scene di povertà e degrado, sebbene in misura estremamente ridotta rispetto a noi. Evitando le foto dei parchi più famosi, che sarebbero troppo umilianti, ecco invece qualche spaccato sulla cura e la gestione delle piccole aree verdi incastonate tra il tessuto urbano, insomma i piccoli parchi di quartiere, quelli che da noi sono ormai ridotti a discariche, dormitori pubblici e cacatoi per cani.
Le foto qua sotto sono di un piccolo parco per bambini vicino  Regent’s park, in un punto residenziale poco a nord di Euston road, una zona semicentrale. Si noti la manutenzione dell’erba, la raccolta differenziata, il regolamento ben in vista con divieto di introdurre cani, alcolici, bici, di fumare, di giocare a palla. Notare l’ incitamento al senso di colpa per gli zozzoni che lordano il parco con gli escrementi del cane, e avviso di multa ben in vista.







Qua in basso ecco Cavendish Square, un piccolo parco a Westminster, diciamo una zona che per la sua centralità potrebbe essere paragonata alla nostra Piazza Vittorio?  Si noti la cura dell’erba, le panchine pulite, fruibili da chiunque, i cestini svuotati e presenti ogni 4-5 mt, gli avvisi ben chiari ed eleganti. In terra non un pezzo di carta, non una scritta, non un adesivo. Un piacere fermarsi a leggere, respirando aria pulita, portarci anche i bambini, voi portereste ormai vostro figlio tra le bottiglie, i bivacchi  e i rifiuti di Piazza Vittorio?










Bene, ma qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di aree poco affollate di turisti e quindi frequentate solo da persone del quartiere, spostiamoci allora in un punto affollatissimo, proprio sotto al London Eye, nei giardini che  sono a fianco alle rive del Tamigi, dove ogni giorno milioni di  turisti si fermano dopo aver passeggiato,  bivaccando con panini ebevande; insomma come in tutti i punti turistici delle grandi capitali, come da noi. E allora come fa  a non riempirsi di cartacce e schifezze varie? Hanno prodigiose invenzioni ultra-tecnologiche inapplicabili sconosciute in Italia? Niente affatto, ecco la soluzione: un semplice ragazzo della nettezza urbana che con una pettorina gialla raccoglie in tempo reale con un bastone prensile  tutte le cartacce lasciate sul prato dai turisti e le mette udite udite in una busta! Accidenti, chissà quanto ci vorrà a brevettarlo da noi questo sistema... Insomma con un semplice stipendio, tieni pulita una vasta area dando una sensazione straordinaria ai turisti che la frequentano. Ecco dove vanno, penseranno gli operatori turistici della città, i soldi della city tax che gli ospiti di Londra pagano. I soldi della city tax (altissima, 7 euro a persona al giorno: una follia!) romana dove vanno in vece a finire?




Veniamo ora alla questione dei bagni pubblici. Avete presente quella sensazione di angoscia, quando siete a passeggiare a via del Corso o al Pantheon, che vi attanaglia  nel momento in cui realizzate di dover espletare i vostri bisogni fisiologici? Dove posso andare? Troverò un bar, una gelateria dove non fingano che il bagno sia rotto? Dovrò fare la fila per urinare con comitive di giapponesi e tedeschi? Non parliamo poi della tragedia di dover fare un bisogno più consistente. Ecco, stranamente qua la possibilità che un turista possa prima o poi dover urinare o andar di corpo è concepita, e sono appositamente costruite eleganti toilettes, in ogni punto turistico, quasi un vanto! Pulite praticamente  in tempo reale meglio del bagno di casa vostra, bisogna ammettere che è un quasi un piacere pagare un obolo che va dai 30 ai 50 pence per usarle!

Ecco qua sotto Leicester Square, una delle piazze più famose del centro, con la statua di Shakespeare circondata da giochi d’acqua: quando ho visto che sui due lati opposti della piazza hanno ricavato due giganteschi bagni pubblici uno per gli uomini e uno per le donne, interrati sotto la piazza e con tanto di lastra in vetro identificativa gigante che esce dal terreno, con simbolo stilizzato di un uomo o di una donna, mi sono commosso pensando a cosa devono affrontare i turisti a piazza di Spagna… Il costo è di 50 pence, ma dentro ci puoi mangiare in terra, ed è una gioia usarlo senza correre il rischio di prendere il tifo, o la leptospirosi come da noi. 







Chiudiamo la serie con un altro piccolo giardino a pochi metri da Victoria Station, uno dei principali snodi ferroviari della città, zona centrale, trafficatissima come in tutte le stazioni, come se da noi fossimo a fianco della nuova Stazione Tiburtina per capirci. Vi immaginate il nostro contesto? Ecco il loro, ho potuto sedermi a leggere in attesa del treno in un ambiente pulito, ordinato, senza essere importunato da nomadi, saltimbanchi, questuanti, parcheggiatori abusivi, accattoni, senza provare la classica sensazione di paura di essere derubato del bagaglio e dei soldi, di tirare fuori il cellulare, di poggiare una borsa sulla panchina.  Si notino le panchine con bracciolo centrale, anti bivacco, la presenza costante di pattumiere, vuote e di aspetto gradevole, la pulizia e la cura dei viali e dell’erba, per essere a fianco ad una stazione!







In conclusione, sebbene il tessuto urbano di Roma sia sicuramente più caotico e difficile da gestire per certi aspetti, è la mancanza di manutenzione, di regole e volontà politica di applicarle , oltre che alla condizione di perenne bancarotta in cui ormai versa la nostra città, che hanno portato alla distruzione del nostro patrimonio verde cittadino, rendendo i nostri  giardini pubblici un luogo atroce, invivibile, infruibile dalla comunità.  Il degrado in cui versa la manutenzione del verde romano è ormai su tutti i giornali, un vero scandalo nazionale, e concausa sicura dei recenti allagamenti che hanno recato danni per milioni di euro lo scorso inverno. Il ritorno al nostro medioevo, provenendo da questi luoghi, è noto a tutti, e sempre traumatico: l’odore lancinante di urina di cane (e non solo di cane) che impregna i nostri marciapiedi, i viali dei parchi, le panchine. Le nostre aiuole secche, spelacchiate, piene di cartacce, escrementi, fazzoletti, gomma, plastica, mozziconi luridi di sigaretta che marciscono per anni nei nostri parchi generando un danno ambientale incalcolabile, esponendoci ad aumentato rischio dimalattie. Il degrado anche visivo, a cui siamo sottoposti quotidianamente, con squallidi graffiti sulle nostre mura antiche di 2000 anni, che in questi paesi si sognano e osannerebbero come monumento nazionale nello splendore più impeccabile, e che noi lasciamo invece marcire, sbriciolare, divorare dalle erbacce, usare come pattumiera.  La decadenza a cui assistiamo è specchio di una decadenza economica e anche morale in cui è precipitata la società romana, in cui manca, se mai è esistito, un senso di appartenenza a qualcosa, unificante, di amore per la propria città, di rispetto per il territorio.  E’ questa la vera ricchezza, la vera libertà, un qualcosa che tutti hanno e nessuno ti puo’ togliere, che ha un valore intrinseco immenso, una ricchezza collettiva, di fruire di un ambiente gradevole, pulito, sicuro, di respirare aria pulita, di  sentire di nuovo il vero odore dell’erba.
Molti dei provvedimenti   mostrati nelle foto, sono banali e non certo dispendiosi o irrealizzabili, si tratta solo  di avere volontà politica e coscienza civica per attuarli,  nel frattempo, speriamo che almeno l’informazione e la sensibilizzazione della gente tramite anche blog come questo, possano risvegliare qualche animo. Sino a  quel giorno,  non resta che ammirare dagli altri con umiltà quello che noi abbiamo perso. Provvswat

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