Ha vinto Obama. Altri quattro anni di “nullismo” americano filoislamico

Creato il 07 novembre 2012 da Iljester

L’aspetto più divertente di questa sfida tutta americana riguarda i fans italiani, quegli organi di informazione e quei “concittadini” che non si sa perché e non si sa per come hanno tifato Obama a prescindere, viziati dalla fallace idea che il presidente americano, riconfermato alla Casa Bianca, potesse e possa davvero identificarsi nella sinistra nostrana. 

Il che dimostra preliminarmente tre cose essenziali e direi fondamentali:

  1. Viene confermata la tesi che in Italia gli organi di informazioni sono tutti appiattiti a sinistra.
  2. In Italia non hanno ancora capito nulla della politica americana, salvo qualche attento e illustre osservatore.
  3. La sinistra italiana sta a Barack Obama come Mitt Romney sta ad Armando Cossutta.

La verità è che la vittoria di Obama è una duplice sconfitta. È una sconfitta per gli americani, che riportano alla Casa Bianca un presidente dalle politiche inutili, nulle e persino dannose per il loro paese. Ed è una sconfitta per l’Europa, che con le politiche ridicole di questa amministrazione, ha avuto solo da perderci. E non parlo dell’Europa bancaria, ma di quella dei popoli. La sicurezza del vecchio continente, con Obama, è infatti notevolmente scemata, in seguito al fenomeno delle Primavere Arabe, agevolate, sponsorizzate e persino favorite “misteriosamente” e “incomprensibilmente” dalla Casa Bianca, a fronte di un atteggiamento direi “freddo” nei confronti di Israele e del popolo ebraico, circondato dai due più pericolosi regimi mediorentiali: quello egiziano e quello iraniano.

Sul lato interno, Obama ha peggiorato l’economia americana e ha svenduto gli USA ai cinesi, che oggi detengono la maggior parte del debito americano. In America non si muove foglia che Pechino non voglia. Per contro, il presidente ha fatto ben poche riforme e quelle poche riforme stanno demolendo il modello americano, senza apportare alcun concreto vantaggio alla classe media americana. E meno ancora alla classe povera, illusa da una riforma sanitaria pasticciata, che non è né carne né pesce.

Per carità, non che Mitt Romney sarebbe stato il nuovo Reagan. Neanche per sogno. La cultura repubblicana, in America, si è profondamente trasformata, imbarcando un conservatorismo troppo spesso ottuso ed eccessivamente “isolazionista”. Ma è chiaro che un repubblicano alla Casa Bianca avrebbe probabilmente raddrizzato la politica americana in direzione più filo-occidentale e più a favore dei valori e della cultura liberale ed ebraico-cristiana. E forse persino la crisi siriana sarebbe stata velocemente risolta con una concreta e reale offensiva diplomatica di vecchio stampo. Con la diplomazia soft e all’acqua di rose del presidente Obama – costantemente preoccupato di non offendere i “fratelli musulmani” di mezzo mondo – rischia invece di acuirsi, in un clima già profondamente ostile nei confronti dell’Occidente.

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Prepariamoci ad altri quattro anni di grandi proclami e di grande intenzioni, ma al contempo di piccole e dannose decisioni. Sotto questo profilo, posso affermare con una ragionevole certezza, Obama e la sinistra italiana sono in perfetta sintonia.


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