13 Marzo 2013.
Nei giorni scorsi sono state molte le “indiscrezioni”, se così si possono definire, sul nome del nuovo papa, ma ancora il nome rimane un mistero. Benedetto XVI ha assistito all’elezione del suo diretto successore da Castel Gandolfo dove, per tradizione, alla fumata bianca, suonano le campane per 10 minuti a celebrare l’avvenuta elezione del papa.
Tra i favoriti Peter Turkson (Ghana), Angelo Scola, Marc Ouellet (Canada), Pedro Odilo Scherer (Brasile).
Si attende con trepidazione che il protodiacono Jean-Louis Pierre Tauran, ormai 70enne, si affacci ad annunciare la formula di rito dell’”Habemus Papam“. A un’ora dalla sua elezione ancora non si conosce il nome del cardinale eletto.
Si accendono le luci della stanza da cui si affaccia la loggia centrale delle benedizioni, si muovono le tende e dalla piazza si alza il coro unanime dei fedeli “Viva il Papa“, restituendo l’immagine di una Chiesa viva. Le campane suonano a festa e si attende con ansia il discorso del papa, tradizione introdotta da Giovanni Paolo I, prima di lui era usanza per il nuovo papa dare solo la benedizione.
“Habemus Papam Jorge Mario Bergoglio“, argentino nato da una famiglia di origine piemontese, 76 anni arcivescovo di Buenos Aires. Un uomo buono, vicino alle persone più in difficoltà, dalla profonda spiritualità, membro della Compagnia di Gesù.
L’annuncio spiazza molti, essendo un nome non compreso tra quelli cosiddetti papabili, ma non scema l’entusiasmo generale. Alla loggia si affaccia il nuovo papa che ha scelto per sé il nome di Francesco, indicando un ritorno alla povertà predicata da San Francesco d’Assisi.
Suona la banda e si alza il coro degli accorsi all’annuncio, tanti tra i presenti gli argentini emozionati.
Ecco il discorso di Papa Francesco:
“Fratelli e sorelle buonasera. Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma… Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio per la vostra presenza. Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. (Pater noster e Ave Maria). E adesso incominciamo questo cammino, vescovo e popolo insieme, un cammino di fratellanza. Preghiamo sempre l’uno per l’altro, per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Preghiamo che questo cammino che oggi cominciamo sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città.“
Prima di dare la sua benedizione chiede una preghiera del popolo per il suo vescovo, perché il Signore lo guidi e lo protegga, poi concede l’indulgenza plenaria. Saluta emozionato “Ci vediamo presto, grazie dell’accoglienza, buona notte e buon riposo” e si congeda.
Veronica Sgobio