Mi hanno insegnato ad alzarmi e chiedermi come mi sento.
Come ti senti Giada?
Te lo sei mai chiesto veramente, tu oggi come ti senti?
E ora?
Ti stai ascoltando, te lo stai chiedendo?
A cosa pensi?
Spesso “ingoiamo” senza rendercene conto, oppure ce ne rendiamo conto, peró corriamo a mandare giú prima di realizzare quello che stiamo per ingoiare.
Per tanti anni non mi sono mai chiesta come mi sentivo. Hai tutto, come dovresti sentirti?
Non capisco che ti prenda adesso?
Hai tutto.
Perché piangi, hai tutto!
Poi peró sono esplosa, sai a forza di ingoiare, a forza di dirsi hai tutto… che sei hai tutto allora che caxxo voglio pure io!
Quando ero ragazzina tenevo un diario segreto, poi ho smesso, se hai tutto che cosa devi ancora raccontare e raccontarti?
Io scrivevo su tutti i muri, sui tovaglioli, sulla carta, dove mi capitava, poi ho smesso.
Hai tutto.
Se hai tutto, non devi neanche analizzarti.
E invece … ciao oggi come stai?
Credo che questa crisi globale, sia utile sapete. No, ora non guardatemi male.
Vai in crisi, vai in pezzi, e mentre te ne stai lí accucciato a raccoglierli, hai l’occasione – la prima e forse unica – di guardarti davvero, di conoscere chi e cosa sei.
Di fare spazio a qualcosa di nuovo, di vero, pezzetti di te che si ricompongono.
Dai non dirmi che sei sicuro al 100% di sapere chi e cosa sei, almeno che tu non sia un illuminato maestro zen.
Ma forse di questi tempi … oh chi si perde, finisce sempre con il ritrovarsi prima o poi!
Cosí dicono, che poi lo dicevano pure i Romani che tutte le strade conducono solo da una parte: a Roma.
Un pó come dire, se ti perdi, tranquillo prima o poi approdi da qualche parte. Si approda sempre da qualche parte.
Una calamita, una forza motrice che attrae verso il centro, verso il sé. Perché noi siamo l’incognita piú forte e misteriosa.
Sul web fioccano i lifelogger, fine tecnologia che permette di annotare, decifrare e analizzare cosa ci accade dentro.
Scrivi e rileggi. Rileggi e rifletti. Rifletti e deduci.
Ah ecco, oggi sto cosí, mi sento cosí.
Diagrammi dell’anima, apps che spuntano qua e la, a codificare emozioni e pensieri. Qualcuno calcola pure quanto ci impieghi a masticare un boccone, non si sa mai che tu lo stia facendo troppo lentamente oppure velocemente.
A che pensi? Sei felice?
Un self-tracker di emozioni e inquietudini, uno scambio che corre via blog, scarabocchi sul quaderno. Se disegno tanti cuori, vuol dire che ho mancanze d’affetto?
Alla Motorola ci stanno studiando sopra, perché essere hacker di se stessi sembra che renda … a loro, dai su, anche a voi!
Come sempre qualcuno esagera.
Allora dimmi, oggi come ti senti?
Sir Koala ringrazia e saluta.