Hagakure significa letteralmente “nascosto tra le foglie”, titolo quanto mai esplicativo per spiegare concetti semplici da trovare se si sa dove cercare, e al contempo ababstanza criptici da ripulire e comprendere. Il titolo completo era Hagakure kikigaki ( “annotazioni su cose nascoste tra le foglie” ) ma col tempo la seconda parte è stata pian piano omessa fino a scomparire del tutto. Il testo non è altro che una raccolta di citazioni, di aforismi che contengono gli antichi dogmi orali del bushido (letteralmente “la via del guerriero”) atti a preservarne gli insegnamenti in un epoca di decadenza.
L’autore Yamamoto Tsunetomo era a servizio di un daimyo che visse fino al 1700 e, alla morte del suo signore, decise di ritirarsi a vita ascetica diventando un monaco buddista. In quegli anni compose, grazie alle solerzia del suo allievo che ne trascriveva gli insegnamenti, l’Hagakure. Per una serie di motivi ancora inspiegabili il testo fu preservato nella segretezza per oltre due secoli, per poi essere pubblicato per la prima volta solo nel 1906.
Come dicevo all’inizio gli insegnamenti possono essere criptici per una mente occidentale, ma completamente illuminanti se si ha una minima conoscenza dello spirito dei samurai e del legame che ognuno di noi ha con il KI. Voglio provare a citarvi alcuni stralci, per darvi la possibilità di ragionarci sopra in modo da farvi capire meglio di cosa sia l’Hagakure e di quanto profonda sia la sua radice filosofica trascendente la morte.
“Il nostro corpo riceve la vita dal profondo del nulla. Esistere dove non vi è nulla è il significato della frase: “La forma è il vuoto”. Il fatto che tutte le cose traggano sostentamento dal nulla è il senso del motto: “Il vuoto è la forma”. Sarebbe errato pensare che si tratti di due concetti distinti.”
Il miglior modo per spiegare questo dogma è quello di dirvi che “Un vaso esiste e funziona solo grazie al vuoto che contiene”. Da qui si potrebbe spaziare per ore sulla necessità di avere sempre una mente libera (vuota) per ottenere la completa padronanza delle proprie azioni, o che riempiendo un corpo con forme prefissate è sbagliato quanto non imparare mai nulla vivendo di speranze mal riposte.
Per ora concentratevi sul concetto del vaso, del funzionare grazie al vuoto, e raffrontatelo con quest’altro brano dell’Hagakure
Uesugi Kenshin (detto “Il dio della guerra” N.d.R) disse: “Non ho mai pensato a vincere, ho solo capito che bisognava essere sempre all’altezza della situazione, e questo è ciò che conta. E’ imbarazzante che un samurai non lo sia. Se fossimo sempre all’altezza della situazione, non ci sentiremmo mai a disagio”
Questi due aforismi, forse sarebbe meglio chiamarli insegnamenti, raccontano come ci si debba preparare ad affrontare la vita in ogni singolo momento. Senza preoccuparsi del passato o del presente, svuotandosi per essere completi e liberi di non vivere diversamente da come dovremmo.
Se progrediamo con questa filosofia possiamo anche arrivare a comprendere altri due importantissimi passi contenuti nell’Hagakure
“C’era un uomo in Cina che amava le immagini raffiguranti i draghi. Tutti i suoi vestiti e i suoi mobili erano decorati con questo motivo.
Il dio dragone si accorse di questo amore profondo, e così, un giorno, un drago vero si presentò alla sua finestra. Si dice che l’uomo sia morto di paura…
A parole costui era di certo molto coraggioso, ma si rivelava tutt’altra persona al momento di agire.”
“Nel quartiere di Edo si usa una specie di cestino da pranzo intrecciato, che viene adoperato un solo giorno nelle passeggiate primaverili. Al ritorno lo si getta via calpestandolo. La fine è importante in tutte le cose.”
Se dovessi arrogarmi l’immeritato diritto di spiegare questi concetti potrei farlo dicendo che la morte è una certezza per tutti, e che sapendo di doverla affrontare, bisogna vivere a testa alta senza temere quello che accadrà. Ognuno di noi ha uno scopo nella vita, è legato all’universo dal suo KI e se non lo si capisce si rischia di gettare via tutto senza poter godere della propria esistenza.
Mi rendo conto che spiegare l’Hagakure in poche parole è come voler abbracciare un soffio d’aria, ma forse può aiutarvi sapere che durante la seconda guerra mondiale i nostri soldati andavano al fronte con la bibbia nello zaino e e i giapponesi con l’Hagakure.
I famosi Kamikaze, novelli samurai pronti a sacrificare volontariamente (ripeto: volontariamente) la propria vita in nome della loro utilità ad uno scopo superiore, portavano questo libro con loro prima di compiere il sacrificio estremo.
L’Hagakure è un testo molto importante per chi vuole cercare il benessere mentale a cui aspiravano i samurai ed è il primo che consiglio a tutti di leggere se si vuole iniziare un percorso fatto di insegnamenti filosofici differenti da quelli accademici.